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Espulsioni, Cinque Stelle tra rabbia e scontento. Parabola dell’ex comico che sceglie la parte del dittatore

(di Carlo Lazzari).

La spaccatura profonda e per certi versi drammatica politicamente per il movimento 5 Stelle creatasi in queste ultime 24 ore, può determinare un effetto slavina dalle conseguenze imprevedibili

Il commento secco e risentito di Grillo sull’uscita dei 4 senatori e dei 5 deputati che si sono autosospesi (“In meno più forti e più uniti”) dà la misura del distacco che si sta creando fra l’ex comico e la sua base. Quel senso di potere assoluto con cui Grillo ha replicato a un Renzi paziente che implorava “Beppe dammi 5 minuti…” e lui da monarca: “Non te lo dò il tempo, io non sono democratico”, possono diventare l’epitaffio della sua ambizione politica.
Più forte in queste ore si fa infatti la consapevolezza e l’irritazione di molti deputati e senatori pentastellati per il ruolo sottomesso che Grillo e il Cyber Guru Casaleggio, gli sta imponendo. Cresce anche il dubbio sulla trasparenza della macchina per le consultazioni on line che viene controllata dalla Casaleggio Associati. E rimbomba on line l’eco della domanda, tra gli iscritti al movimento, sul perchè dovevano essere espulsi i 4 senatori, su cosa erano chiamati a votare. Il reato di opinione contestato ai 4 che avevano criticato il rifiuto di Grillo ad ascoltare Renzi, non figura nello statuto del movimento. L’espulsione non era quindi legittima se non come un finto atto di democrazia popolare. E su questo si e’ aperto un altro fronte quando e’ emerso che Grillo, prima del voto on line, aveva inviato una e mail a tutti gli iscritti invitandoli a confermare la decisione presa dall’assemblea dei senatori 5 Stelle la mattina stessa. Insomma Grillo temeva fortemente di essere smentito una seconda volta dal voto della base (la prima quando la maggioranza ha votato per andare all’incontro di Renzi contro il suo parere), cosi’ ha forzato di nuovo le regole della libera scelta. E anche in questo caso oltre 13 mila voti sono andati contro la sua volontà.
Nel movimento insomma si sta allargando il disagio per una leadership non piu’ così autorevole nella sua carismatica forza di rottura e di innovazione, ma autoritaria e spesso insolente. La slavina con l’uscita dei 4 senatori, si e’ messa in movimento raccogliendo molti altri frammenti di rabbia e di delusione tra eletti e simpatizzanti. Ora potrebbe generare un gruppo misto al Senato in cui potrebbero confluire gli espulsi da Grillo, gli scontenti di Renzi che si ritrovano nella linea di Civati e quelli di Sel.Un potenziale gruppo di 30 senatori che potrebbe rappresentare l’alternativa di sinistra a quella di centrodestra di Alfano in appoggio al governo. Insomma scenari nuovi per ora ipotetici ma possibili grazie a un ex comico che ha scelto di interpretare la parte triste del dittatore.