Ucraina, mandato di cattura internazionale per Yanukovich

Ucraina, mandato di cattura internazionale per Yanukovich

Viktor Yanukovich

Il nuovo procuratore generale ucraino Oleh Makhnytsky ha annunciato che i nomi di Viktor Yanukovich e del suo ministro degli Interni Zakharchenko sono stati inseriti nell’elenco delle persone ricercate in tutto il mondo.
Il presidente della Commissione esteri del Consiglio della federazione russa, Mikhail Margelov, ha assicurato che il presidente ucraino deposto sabato dal Parlamento non si trova in Russia. Margelov, citato dall’emittente televisiva russa Rt, ha anche messo in dubbio la possibilità che Mosca assicuri in futuro asilo al presidente ucraino destituito.
Ma il sito di notizie considerato vicino all’Fsb Life News ha reso noto che Yanukovich è in Russia, dove è arrivato martedì sera. Anche l’emittente televisiva russa Rbk cita ”uno dei più importanti uomini d’affari russi e un esponente del governo”, secondo cui Yanukovich è arrivato martedì a Mosca, dove avrebbe trascorso la notte all’ex hotel Ukraina, ora Radisson Royal per poi trasferirsi nell’esclusiva località residenziale alle porte di Mosca di Barvikha.
Stando a quanto racconta in un’intervista al New York Times il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, Yanukovich ha accettato di porre un termine al suo mandato, in una data compresa fra settembre e dicembre di quest’anno, solo dopo aver parlato con il presidente russo Vladimir Putin.
I ministri della Difesa della Nato riuniti a Bruxelles sottolineano che la Nato “continuerà a sostenere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, l’integrità territoriale, lo sviluppo democratico e il principio dell’inviolabilità delle frontiere, come fattori fondamentali della stabilità e della sicurezza dell’Europa Centro-Orientale e di tutto il continente”.
Per i ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica “la Nato e l’Ucraina hanno una partnership peculiare, rappresentata dalla Commissione Nato-Ucraina”. In questo quadro la Nato “rimane pronta a stare al fianco dell’Ucraina e ad assisterla nell’attuazione delle riforme”.
Intanto migliaia di manifestanti filoucraini hanno invaso il Parlamento regionale della Repubblica autonoma di Crimea a Simferopol, in segno di protesta contro la riluttanza delle autorità locali a riconoscere la nuova leadership di Kiev. Parte dell’Ucraina, la Crimea è abitata prevalentemente da russi. Prima dell’invasione del Parlamento, il presidente dell’aula, Volodymyr Konstantinov, aveva cercato di placare gli animi dichiarando che non vi sono piani per la secessione della Crimea dall’Ucraina.
Vladimir Putin ha ordinato l’avvio di esercitazioni militari, non previste in precedenza, in due diversi distretti della Russia, a ovest, al confine con l’Ucraina, e nel centro del Paese. Il suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha precisato che le attività hanno come obiettivo quello di ”controllare la prontezza all’azione delle forze in situazioni di crisi che minacciano la sicurezza militare della Russia”.
Le esercitazioni, cui prendono parte anche comandi di altre forze (difesa aerospaziale, aerotrasportate, trasporto a lunga distanza, precisa l’agenzia Ria Novosti) per un totale di 150mila militari, proseguiranno fino al 3 marzo, ha aggiunto il ministro parlando alle televisioni russe in un incontro con i vertici militari a Mosca. Shoigu ha anche annunciato che Mosca adotterà, se si renderà necessario, misure per garantire la sicurezza delle infrastrutture militari e delle armi della Flotta del Mar Nero basata in Crimea. Lo scorso anno erano state sei le esercitazioni ‘a sorpresa’ lanciate in Russia.