Rischio guerra, Kiev scioglie il parlamento di Crimea. A Mosca la piazza contro Putin
Il Parlamento ucraino ha dichiarato lo scioglimento del Parlamento regionale della Crimea, alla vigilia del controverso referendum sull’annessione della penisola alla Russia.
Su 450 deputati del Parlamento di Kiev, in 278 hanno votato a favore dello scioglimento del cosiddetto Soviet Supremo della Crimea.
VETO RUSSO ALL’ONU – La Russia, intanto, ha utilizzato il suo diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per bloccare la risoluzione sulla crisi in Crimea presentata dagli Stati Uniti. Il documento invitava tutti gli Stati dell’Onu a non riconoscere i risultati del referendum.
Si continua a lavorare sul fronte politico per una soluzione della crisi. Il vicepresidente americano Joe Biden si recherà in Polonia e Lituania la settimana prossima per discutere di questo e di altri temi con i leader della regione.
All’indomani del fallito tentativo di avvicinamento tra Russia e Stati Uniti, poi, il ministro degli Esteri britannico William Hague ha chiesto un’azione più incisiva da parte dell’Unione Europea contro Mosca. Ci deve essere una risposta “rigida e congiunta” dell’Ue, si legge in un comunicato trasmesso da Londra.
SCONTRI A KHARKIV – Non si arresta la violenza. Due persone sono morte e altre cinque sono rimaste ferite nella notte tra venerdì e sabato in scontri tra attivisti fili-ucraini e filo-russi nella città orientale ucraina di Kharkiv. A renderlo noto sono state fonti locali.
ATTACCHI CONTRO STAMPA – Alla vigilia del voto l’organizzazione Human Rights Watch (Hrw) denuncia pressioni e attacchi contro giornalisti e attivisti. Unità paramilitari, ha affermato l’organizzazione per la difesa dei diritti umani, e le cosidette forze di autodifesa avrebbero attaccato e fermato oppositori contrari al referendum e rappresentanti dei media. Hrw ha chiesto alle autorità della Crimea di mettere fine alla “situazione di privazione dei diritti, disarmare gli uomini in divisa e portare davanti alla giustizia gli autori di questi crimini”.
PROTESTE A MOSCA – “Le mani fuori dall’Ucraina!”, “Smettete di portare infamia in Russia”. Sono alcuni degli striscioni delle decine di migliaia di persone che sabato si sono riunite a Mosca per manifestare contro la politica seguita dal presidente russo, Vladimir Putin. I partecipanti, secondo la polizia, sono stati tremila, mentre gli organizzatori hanno parlato di oltre 50mila persone. Si tratta, ha riferito la radio Echo Moskvy, della più grande manifestazione che si svolge a Mosca da mesi. All’iniziativa hanno partecipato anche l’ex vice primo ministro russo Boris Nemtsov e le attiviste delle Pussy Riot.
KIEV DENUNCIA INVASIONE RUSSA A NORD DELLA CRIMEA – Il ministero degli Esteri ucraino sostiene che ci sia stata un’incursione delle forze russe in una regione a nord della penisola di Crimea. Ottanta soldati, quattro elicotteri d’assalto e tre veicoli blindati avrebbero occupato il villaggio di Strilkove nella regione di Kherson. Questo, sostiene il ministero, equivale a un’invasione militare. Il Paese ha quindi chiesto alla Russia “il ritiro immediato delle sue forze militari dal territorio ucraino”, affermando che “si riserva il diritto di utilizzare tutte le misure necessarie per fermare l’invasione militare della Russia”.
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