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Abolizione del Senato, via libera del Cdm. Renzi: “Una svolta per la politica, chi vuole bloccare le riforme sono una minoranza”

Abolizione del Senato, via libera del Cdm. Renzi: “Una svolta per la politica, chi vuole bloccare le riforme sono una minoranza”

Il ddl sulla riforma del Senato approvato dal Cdm è “una svolta per la politica”. Lo dice Matteo Renzi, parlando in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera all’unanimità al disegno di legge che prevede la modifica di Senato e Titolo V. Poi aggiunge i ‘paletti’: “No al voto di fiducia, no voto sul bilancio, no elezione diretta dei senatori, no indennità per i senatori”.

TEMPI DI RIFORMA – “Spero si possa fare il più rapidamente possibile, noi siamo sensibili allo sforzo del Parlamento ma i paletti sono quelli che abbiamo dato” precisa Renzi parlando dell’iter di approvazione. “E’ fondamentale che si arrivi al 25 maggio avendo approvato il ddl in prima lettura” sottolinea il premier. “I nomi e i cognomi di chi vuole bloccare le riforme saranno minoranza sia all’interno del Senato che nel Paese. C’è un’ansia di cambiamento che non possiamo bloccare”. I nomi e i cognomi, ribadisce, “li darò a fine votazione visto che al Senato il voto è palese” aggiunge Renzi.
BASTA RINVII – “Non so se ci sarà il lieto fine ma questo è un buon inizio – dice il presidente del Consiglio – è finito il tempo dei rinvii, il governo dice basta con i rinvii, mettiamo in campo il ddl costituzionale che ha una sua forza straordinaria” afferma. “L’approvazione del ddl di riforma costituzionale in Cdm mostra una classe politica che ha capito che è finito il tempo dei rinvii. E’ importante che non ci sia spazio per ulteriore dilazioni e rinvii”.
BERLUSCONI – “Berlusconi ha detto che rispetterà gli impegni – dice Renzi – e si chiede se il Pd sarà altrettanto coerente. Il Pd, e qui parlo da segretario del partito, rispetterà gli impegni e questo sarà anche un impegno unanime del governo”.
ABOLIZIONE CNEL E IL DEF – “L’abolizione del Cnel lo considero solo un antipasto al processo di semplificazione e taglio che arriverà nella prossima settimane alla pubblica amministrazione” sottolinea il premier. “Mai più eccesso di conflitti tra regioni e Stato, questo Paese deve essere più semplice” aggiunge, affermando anche che “da giovedì torniamo a tempo pieno sulle questioni interne, immaginando di presentare il Def tra martedì e mercoledì della settimana prossima”.
80 EURO E DEBITI P.A. – Inoltre, il Dl con le “misure per gli 80 euro” sarà esaminato dal Cdm nella “settimana di Pasqua”. E, in un’intervista su ‘SkyTg24′, Renzi assicura: “Nessun aumento della pressione fiscale” per mettere gli 80 euro in più in busta paga dei dipendenti che percepiscono fino a 1.500 euro al mese. Per portare a casa l’aumento ci vogliono 6,5 miliardi per quest’anno. E il premier rivela: “Li abbiamo già trovati” e le risorse saranno illustrate con il Def che arriverà la “settimana prossima. Subito dopo, il 15 o 16, ci sarà il decreto per mettere gli 80 euro in busta paga”. Inoltre, conferma il premier, “pagheremo entro luglio” i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese.
VOTI AL SENATO – “Non ci sarano senatori che non colgono questa opportunità”. Renzi si dice quindi certo che non mancheranno voti al ddl. “Sono certo che la maggioranza dei senatori non potrà cacciare questa speranza” spiega il premier, precisando: “Se la politica fa il suo mestiere e cambia, è tutto più semplice. Se la politica mette la testa sotto la sabbia come lo struzzo, tutta la classe politica deve andare a casa”.
LA POLITICA DEVE CAMBIARE – Concetto già sottolineato in mattinata. Intervenuto a Rtl 102.5, infatti, il presidente del Consiglio ha detto: “Non ci sto a fare le riforme a metà, non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi. Se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti”. E ha ribadito: “O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al governo”.
UNDER 40 – ”Vorrei ci fossero più garanzie per chi non ne ha – ha detto il premier – e parlo da under 40: la nostra è una generazione che è stata tagliata fuori dalle garanzie, sono state date garanzie soltanto ad alcuni”.
TUTELE PER LA MATERNITÀ – “Noi – ha aggiunto Renzi – siamo il Paese che ha minore tasso di natalità, le ragazze non fanno più figli. Ci sarà un fatto culturale, ma secondo me c’è anche il fatto che l’Italia non garantisce, non tutela la maternità. Riuscire a intervenire non soltanto per chi è lavoratrice dipendente, ma anche per una ragazza precaria e darle il diritto alla maternità come a tutti gli altri è un obiettivo che abbiamo messo nel disegno di legge delega. Dare garanzia a tutti, anche a quelli che in questi anni sono stati dimenticati dal legislatore nazionale”.