Spending review, Matteo Renzi: “Ci saranno i tetti per i manager”. Il taglio della spesa pubblica sarà di di 6,6 mld
Il Def all’esame del Cdm oggi pomeriggio conterrà indicazioni per un taglio della spesa pubblica di 6,6 miliardi di euro per finanziare gli 80 euro in busta paga per i lavoratori che guadagnano fino a 1.500 euro. La conferma arriva dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo alla ‘Telefonata di Belpietro su Canale 5. “I tagli dovrebbero essere assolutamente confermati – ha detto Poletti – credo che gli elementi di fondo siano chiari: si lavora per ridurre la spesa e per fare in modo che gli 80 euro ci siano. Questo mi pare fuori discussione”.
“L’indennità di disoccupazione è nella legge delega. Noi ci siamo presi 6 mesi per approvarne tutti i decreti”, ha aggiunto il ministro.
“Ci sono dal primo giorno, siete voi che non ci credete” commenta il presidente del Consiglio Matteo Renzi, prima di intervenire agli stati generali della Salute all’Auditorium della musica, rispondendo alle domande sulle coperture.
Quanto al Consiglio dei ministri, che oggi pomeriggio è chiamato ad affontare proprio il Documento economico e finanziario, Renzi dice: “Non faremo mezzanotte, faremo in tempo per i Tg”.
SPENDING REVIEW
“E’ evidente che la revisione della spesa, che presenteremo questo pomeriggio, va fatta perchè è una priorità”., dice ancora Renzi. Poi una battuta: “Ho preparato 82 slide sui tagli alla sanità…”, dice in apertura del suo intervento agli stati generali della salute, per poi, immediatamente, aggiungere con un sorriso “no, non è vero…”.
Poi: “Per nessun manager delle Asl, così come per i manager pubblici, ci sarà la possibilità di superare un tetto di stipendio. E se ci saranno dei tagli alle auto blu, vorrà dire che farete senza, come faremo anche noi a livello centrale”, continua Renzi.
RIFORMA DEL SENATO
La riforma del Senato e il Titolo V della Costituzione non saranno fatte per penalizzare le regioni ha quindi puntualizzato il presidente del Consiglio. In un passaggio dell’intervento agli Stati generali della Salute, il premier spiega: “Negli ultimi anni -ha dichiarato- il sistema istituzionale e politico ha più volte lanciato messaggi di allarme sul mancato funzionamento di alcune strutture. In parte riguardano lo Stato con il necessario superamento del bicameralismo perfetto; in parte riguardano anche la relazione tra stato e regioni”.
“Noi -ha aggiunto Renzi- crediamo nel ruolo delle regioni, al punto da farne il cuore del Senato delle autonomie ma abbiamo anche bisogno di dirci che, in questi anni, la credibilità e l’autorevolezza delle regioni è stata messa a dura prova – non dall’atteggiamento ostile del governo o delle istituzioni centrali – ma da alcuni fenomeni diffusi che hanno provocato l’allontanamento dai cittadini. Se siamo nelle condizioni di immaginare un futuro diverso -ha concluso- non dobbiamo farlo gli uni contro gli altri”.
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