Vivere da Seneca morire da Socrate, un bitter di troppo

Oggi 12 Aprile del 65 d.C. è morto il filosofo Seneca. Drammatiche le circostanze della morte avvenuta per suicidio. Il medico legale ha stabilito che Seneca si è tagliato le vene, ma poichè il sangue non è riuscito a defluire per la vecchiaia e la denutrizione, ha successivamente cercato di avvelenarsi con la cicuta. La lenta emorragia però non gli ha permesso di deglutirla, e così Seneca si è immerso in una vasca di acqua calda per favorire la perdita di sangue. La morte è arrivata, lentamente, per soffocamento. Seneca era nato a Cordova da una famiglia di immigrati Italici giunti in Spagna nelle prime fasi della colonizzazione della nuova provincia. Da giovane studiò a Roma retorica e letteratura ma la sua vera passione fu sempre la filosofia, a cui si avvicinò seguendo le dottrine neoplatoniche e stoiche che teorizzavano il ritorno ad una vita semplice, lontana dalla corruzione della politica. Tormentato fin dalla più tenera età da una salute cagionevole, caratterizzata da continui svenimenti e attacchi d’asma, Seneca visse e si curò per alcuni anni in Egitto, da cui poi tornò per intraprendere con successo la carriera di avvocato e oratore. Per alcune sue prese di posizione politica, ritenute offensive nei confronti degli imperatori Caligola e Claudio, fu mandato in esilio in Corsica. Ritornò a Roma per volere di Agrippina, seconda moglie di Claudio, che lo volle come istitutore del giovane figlio Nerone, che Seneca accompagnò fino al trono. Deterioratosi il rapporto con Nerone, Seneca si allontanò dalle frivolezze della corte del Palatino e si ritirò a vita privata, dedicandosi interamente ai suoi studi. Accusato forse ingiustamente di aver partecipato alla congiura dei Pisoni contro Nerone, Seneca ha ricevuto dall’imperatore l’ordine di suicidarsi. Di lui ci rimarranno le commoventi “Lettere a Lucilio” i “Dialoghi” i “Trattati” di natura scientifica, le “Tragedie” e la parodia chiamata “Apokolokyntosis” in cui Seneca beffeggia la divinizzazione dell’imperatore Claudio, paragonandolo ad una zucca vuota.