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Sentenza soft: Berlusconi perde il saio della vittima, a Grillo il dividendo della rabbia

Sentenza soft: Berlusconi perde il saio della vittima, a Grillo il dividendo della rabbia
Di Carlo Lazzari

Berlusconi voleva l’agibilità politica e l’ha ottenuta. La decisone del Tribunale milanese di sorveglianza ha accolto tutte le richieste dei legali Coppi e Ghedini e ha fissato le poche restrizioni che dovrebbero accompagnare l’ex Cavaliere a scontare questi 10 mesi per la maxi frode fiscale. Fatti i conti dell’impianto della cosidetta pena, il leader di Forza Italia pagherà il conto con la Giustizia con 7 giorni in tutto di servizi sociali (due calcoli della spesa fatti da Repubblica: 4 ore a settimana per 4 settimane sono 16 ore, moltiplicate per i 10,5 mesi di condanna, fanno 168 ore che divise per 24 ore al giorno danno una settimana di lavoro). Dei 4 anni di condanna definitiva tre sono stati condonati, per cui migliaia di ore di processo, udienze effettive e rinviate, indagini istruttorie e requisitorie, battaglie legali, milioni di euro in parcelle, scontri politici durissimi, il tutto per accertare una macroscopica evasione del fisco che comporta una sanzione penale di 7 giorni pieni diluiti in un anno in una serena comunità sociale a quattro passi da casa.
Se non fosse che sul processo Berlusconi si e’ lacerata l’Italia, verrebbe da liberarsi l’animo con una fragorosa risata. Ma valeva la pena tutto questo impegno della macchina giudiziaria di anni per produrre una sentenza definitiva di questa natura? Le reazioni via twitter sono volate tra indignazione, ironia e rabbia. Facile da comprendere. La soddisfazione del team legale di Arcore è direttamente proporzionale allo stupore di molta parte dell’opinione pubblica. Un senso di ingiustizia, di ennesima soluzione italiana, nella accezione peggiore di malcostume quale imparità degli uomini davanti alla sovranita’ della Legge, ci colpisce in modo istitintivo, lasciando una brutta sensazione addosso. Come un habitus che non vorremmo più indossare.

Beppe Grillo


E la decisione sulla pena ai servizi sociali si porta con sè valenze politiche che non possono non pesare sulle elezioni del prossimo mese. Nel suo impianto soft questo tipo di soluzione penale toglie a Berlusconi il saio della vittima di una sistema giudiziario che gli ha precluso la rappresentanza politica, lui capo del secondo partito italiano. Con questa limitata restrizione del tempo e degli spazi, potrà praticare la sua campagna elettorale e le ragioni di una vittoria o sconfitta alle europee del 25 maggio, resteranno legate solamente alla sua crescente o decadente capacità di influenzare il voto degli italiani.
Il secondo elmento di riflessione che questa pena suggerisce, ha invece piu’ una sponda emotiva che razionale. La sorpresa per tanta “comprensione” dei magistrati milanesi ha sviluppato in molti sentimenti di rabbia, amarezza, delusione. Tutti fattori emotivi che possono giocare una spinta politica importante a favore del movimento dei 5 Stelle. Le invettive e la propaganda di Grillo contro tutto il sistema politico, la messaggistica violenta sulla corruzione e la complicità dei partiti tradizionali, spingono a desiderare un cambiamento totale, forte e immediato. E Grillo non puo che interpretare al meglio questa rabbia crescente. Negandosi a ogni accordo con gli altri partiti, rigettando ogni confronto con la sinistra o la destra, lasciandosi libero di giudicare tutti perchè libero da colpe o responsabilità che la mischia comporta, non può che incassare il dividendo del dolore di un Paese che tenta a fatica di sentirsi normale.

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