Scandalo Expo, Renzi affida a Cantone il compito di vigilare su opere e appalti. L’ex pm: “L’unica cosa da non fare è cancellare l’Expo”
Primi interrogatori di garanzia per gli arrestati dell’inchiesta milanese sugli appalti che coinvolge anche le opere per l’Expo 2015. Le sette persone arrestate devono rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta finalizzata a pilotare e spartire gli appalti anche della sanità lombarda.
Il gip di Milano Fabio Antezza ascolterà i detenuti nel carcere di Opera (Milano) tra cui il manager di Expo spa, Angelo Paris e i due nomi già noti ai tempi di Mani Pulite: il ‘compagno G’ Primo Greganti e l’ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio.In manette è finito anche l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo; l’intermediario Sergio Cattozzo (ex segretario regionale Udc in Liguria) e l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro. E’ ai domiciliari invece Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde, già coinvolto in un’altra inchiesta.
Al centro dell’indagine, che vede una ventina di indagati c’è l’intreccio tra imprese e politica in una “cupola degli appalti“, ad usare le parole del pm Claudio Gittardi, capace di condizionare le gare di appalto in cambio di soldi o avanzamenti di carriera per i manager pubblici attraverso presunte protezioni politiche bipartisan.
Intanto, il premier Matteo Renzi ha proposto di affidare a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale sulla corruzione, il compito di vigilare sull’Expo. L’ex pm in un’intervista al ‘Mattino’ ha spiegato: “L’unica cosa da non fare è cancellare l’Expo, sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia. La politica rialzi la guardia”.
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