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Nibali trionfa al Tour De France: “E’ più bello di quanto immaginassi”. L’inno di Mameli risuona lungo gli Champs Elysee

Nibali trionfa al Tour De France: “E’ più bello di quanto immaginassi”. L’inno di Mameli risuona lungo gli Champs Elysee

L’impresa dello squalo messinese e’ riuscita. Nibali ha attraversato con la sua maglia gialla i Campi Elisi da vincitore. Ore 19,10 del 27 luglio 2014, il romantico tramonto parigino accoglie un eroe sportivo. Mancano tre km alla fine del Tour de France, in attesa dello sprint finale, poi vinto del tedesco Marcel Kittel, il tempo viene neutralizzato. Significa che per Vincenzo Nibali suona il gong nella storia: è il settimo italiano a vincere il Tour de France. Una vittoria perentoria, una missione meditata da un paio d’anni, forse da una vita, di una portata enorme per il ciclismo e per tutto lo sport italiano. La maglia gialla nella marcia di avvicinamento a Parigi, ma anche negli ultimi metri della passerella finale, viene scortata da tutti i compagni dell’Astana. E stavolta è una scorta dolce, priva dell’agonismo della gara, a volte talmente feroce da appiattire l’umanità. Scarponi e compagni hanno faticato tutti i giorni per tenere il capitano in rampa di lancio, ma quando non ci sono riusciti lui ha fatto da solo, applicando una ricetta straordinariamente difficile nella sua semplicità: ha fatto valere la legge del più forte.

Ore 19,10 del 27 luglio 2014, inizia una festa senza fine: l’Arco di Trionfo, le note dell’inno di Mameli che inebriano gli Champs Elysées. Vincenzo le vive intimamente, è preda di una commozione genuina, le lacrime ne segnano il volto. Ci sono i genitori, la moglie Rachele, l’ultima arrivata Emma, tenerissima, che sembra quasi capire con fierezza il capolavoro del papà. Non è neanche semplice aggiungere altro ai fiumi di inchiostro versati nel mondo per la maglia gialla. I termini più usati in queste tre settimane sono stati ‘normale’, ‘ comune’ ecc. Vero, viene da associarsi. Vincenzo Nibali è il ragazzo della porta accanto che va fortissimo in bicicletta. Ma non cambia mai atteggiamento verso il prossimo. Forse è per questo che in fase di avvicinamento al Tour ci siamo preoccupati che non la potesse fare. C’era il timore che quella serenità potesse soccombere di fronte alla brutale voglia di riscatto di Contador o alle scariche adrenaliniche dell’allampanato Froome. Nibali con le sue imprese ha ribaltato tutto, e anche senza controprova è lecitoL’impresaaffermare che lo Squalo questo Tour lo avrebbe vinto lo stesso anche se il pistolero e il britannico non si fossero massacrate le ossa sull’asfalto. Magari con distacchi più contenuti, ma avrebbe vinto lo stesso. Nibali lo ha fatto capire a Sheffield nel secondo giorno, quando l’Inghilterra sembrava la Vallonia e lui ha piazzato una rasoiata da classica fulminando i suoi rivali.