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Alitalia-Etihad, decolla l’accordo. Hogan: “Ora Alitalia diventerà una azienda più sexy”. Inizia l’operazione esuberi su base volontaria

Alitalia-Etihad, decolla l’accordo. Hogan: “Ora Alitalia diventerà una azienda più sexy”. Inizia l’operazione esuberi su base volontaria

Il più è fatto, anche se per fondere davvero Alitalia ed Etihad ci vorranno ancora diversi passaggi e qualche mese di pazienza. Dopo tante giornate definite come «decisive», che però si concludevano non con la firma di un accordo ma con le due compagnie aeree che ripetevano l’impegno a continuare le trattative, oggi è stato compiuto il passo irreversibile. Dopo otto mesi di negoziato, l’amministratore delegato di Alitalia Gabriele Del Torchio e il suo pari grado in Etihad James Hogan hanno firmato pre-accordo che dovrà passare al vaglio dell’Antitrist dell’Ue.

HOGAN: “ALITALIA SARA’ UN’AZIENDA SEXY”

«Ce l’abbiamo fatta, dopo tanta fatica, dopo tante notti di lavoro», ha esultato Del Torchio. Quanto a Hogan ha detto che l’Alitalia «diventerà un’azienda più sexy, che esprimerà il “concept” dell’Italia e delle sue attrattive principali, dalla moda al lusso al cibo». Ma lo stesso Hogan non ha nascosto che ci saranno delle fasi di passaggio ancora tormentose: «In questa fase di transazione ci saranno scelte difficili da fare, per arrivare a un’azienda che abbia la giusta dimensione». In parole povere: ci saranno tagli di personale, come già previsto, anche se verranno attivate varie procedure per ridurre l’impatto.

Risulta anche che l’investimento di Etihad in Alitalia sarà maggiore di quanto si stimasse finora: 1,758 miliardi di euro. «L’Alitalia – ha detto Hogan – è adatta a essere nostro partner ma dal punto di vista finanziario non funziona bene: non ci sono ricette semplici, noi abbiamo un piano triennale per tornare alla redditività. Vogliamo costruire e crescere insieme».

Etihad è stata assistita dagli studi legali Dla Piper e Chiomenti mentre Bonelli Erede Pappalardo ha assistito Alitalia Cai.

I NUOVI OBIETTIVI

L’accordo con Etihad prevede che la compagnia di Abu Dhabi come primo passo investa 560 milioni per rilevare il 49% di Alitalia. Si punta al ritorno alla redditività nel 2017, anche grazie a 7 nuove rotte intercontinentali per arrivare a 23 milioni di passeggeri nel 2018.

IL VIA LIBERA DELLA UILT E DEGLI AUTONOMI

Sul fronte sindacale, ieri notte la Uilt e le associazioni professionali che ancora non avevano firmato hanno dato l’ok al nuovo contratto nazionale del trasporto aereo e all’intesa sul costo del lavoro che consentirà 31 milioni di risparmi. Gabriele Del Torchio definito quest’accordo «decisivo» per il futuro.

IL DISAGIO BAGAGLI

Resta aperto il fronte della protesta che ha mandato in tilt il servizio bagagli all’aeroporto d Fiumicino: entro domenica prossima, se non dovessero verificarsi ulteriori azioni da parte dei addetti ai servizi di terra di Alitalia, dovrebbero essere smaltiti le migliaia di bagagli accumulati da domenica scorsa, conseguenza delle agitazioni spontanee del personale Alitalia. Nello scalo romano una «task force» di 200 unità messa a disposizione dalla società di gestione, Aeroporti di Roma, sta lavorando per «smaltire» i bagagli in giacenza, caricandoli su tir per poi restituirli ai passeggeri. Intanto il presidente del Codacons Carlo Rienzi giudica positivamente l’apertura dell’indagine sul «caos bagagli» da parte della procura di Roma: «Se saranno accertati reati a danno della collettività, i viaggiatori rimasti senza bagaglio chiederanno il conto ai responsabili degli illeciti».

IL RISCHIO PROTESTA

Ieri gli addetti Alitalia, nella giornata della firma dell’accordo con Etihad, avevano annunciato una protesta per tutto il fine settimana, con la possibile presentazione di certificati medici. Protesta bollata come «inaccettabile» dallo stesso Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e contro la quale si era pronunciato lo stesso Garante degli Scioperi che aveva ipotizzato pesanti sanzioni. Oggi invece, secondo fonti aeroportuali, i dipendenti – quelli il cui turno iniziava alle 7 o alle 8 di stamane – sarebbero regolarmente in servizio. Soltanto una cinquantina di lavoratori – sempre secondo indiscrezioni – si sarebbe assentata dal servizio anche se viene riferito che sono rallentate comunque le operazioni di terra tra cui lo scarico e il carico di bagagli e che si registrano alcuni ritardi nelle partenze.