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Terrorismo islamico, Di Battista (M5S): “Violenza jihadista figlia degli Usa”. L’ambasciatore iracheno: “Allora vada a trattare con l’Is”

Terrorismo islamico, Di Battista (M5S): “Violenza jihadista figlia degli Usa”. L’ambasciatore iracheno: “Allora vada a trattare con l’Is”

Parlare di gaffe a questo punto appare fuori luogo, visto che si tratta delle ennesime prese di posizione coerenti con quelle che hanno già fatto gridare allo scandalo. Due esponenti del M5S tornano infatti oggi ad esprimersi sul terrorismo jihadista ribadendo una linea “comprensiva” nei confronti delle barbarie in corso in Iraq e sempre attenta a scovare presunte manovre complottiste (vedi le affermazioni del consigliere regionale del Piemonte Davide Bono) che si discosta nettamente da quella di tutte le altre forze politiche.

“A quel poveretto gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib”, scrive in un post dedicato alla tragica uccisione del giornalista James Foley il parlamentare Alessandro Di Battista, già finito al centro di aspre polemiche per aver definito “il terrorismo unica arma a disposizione dei ribelli”.

“Le violenze commesse in quella prigione – dice ancora il deputato M5S – furono senz’altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest’ultimo anche figlio dell’indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano, l’imperialismo non è soltanto nordamericano, che ha portato milioni di persone a morire di fame”.

Dialogare con i terroristi è “impossibile” ma “se l’onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni”. E’ la salace risposta dell’ambasciatore iracheno Saywan Barzani il quale a TMNews si è detto tuttavia convinto che “è impossibile per chiunque intavolare discussioni con questa gente”.

Fa discutere anche il tweet postato ieri da Paolo Becchi, professore universitario considerato uno degli ispiratori della linea politica del M5S. Riferendosi alla vicenda di Vanessa e Greta, le due volontarie italiane rapite in Siria, Becchi ha scritto: “Armi ai curdi, poi però non lamentiamoci se alle due italiane, attualmente in mano all’Isis, venga tagliata la gola”. Provocazione rilanciata oggi con un altro messaggio: “Armi di distrazione di massa. Quando cominci a capire che il nemico ‘interno’ può diventare pericoloso è meglio costruirsene uno ‘esterno’”. Il M5S, va ricordato, è stato l’unico partito insieme a Sel che in Parlamento ha votato contro il via libera all’invio di armi ai peshmerga, i combattenti curdi che si oppongono all’avanzata dell’Is in Iraq. Più cauto Luigi Di Maio, altro esponente del M5S: “Credo che di questa polemica agli italiani freghi poco. Su questo abbiamo detto già abbastanza: la nostra posizione ufficiale è contenuta nella risoluzione depositata in Parlamento. Occorre aprire corridoi umanitari e assicurare il ritorno in sicurezza dei profughi nei loro villaggi”.

Le parole di Di Battista sono state subito stigmatizzate dalle altre forze politiche. “Da Grillo continuano ad arrivare insulti e invettive ma, così facendo, diventa praticamente impossibile discutere nel merito dei problemi che interessano i cittadini”. Questa la replica di Stefano Bonaccini, responsabile Enti locali del Pd. “Questo accade se alla richiesta di confronto si preferisce disertare le sedi in cui discutere per continuare a lanciare insulti dalla rete. Nonostante ciò, ci auguriamo che davanti alla complessità e alla drammaticità degli eventi Grillo possa riflettere. In ogni caso, sappia che noi proseguiremo con straordinaria determinazione nel cammino intrapreso per cambiare davvero l’Italia”.

Invece Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, in una nota afferma: “L’atteggiamento di Di Battista nei confronti della situazione irachena è disgustoso e antidemocratico. Quella di James Foley è stata una delle atrocità più gravi compiuta dal terrorismo internazionale e cercare letture alternative, come quella che vede l’omicidio collegato alla politica degli Stati Uniti, è davvero fuori dal mondo”. “Al delirio grillino – rincara Stefano Pedica del Pd – non c’è mai fine. I grillini sono inutili e dannosi alla comunità, se li conosci lì eviti perché a loro piace giocare. Arrivare a dire che dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano fa capire che forse Di Battista di politica estera ne sa quanto Razzi”.

“Con il ricorso ai precedenti storici, si è sempre giustificato tutto e il contrario di tutto – afferma Fabrizio Cicchitto del Ncd – Adesso il barbaro assassinio del giornalista americano viene giustificato richiamando il campo di Abu Graib e per mettere le mani avanti rispetto al fatto che esso fu una risposta al terrorismo delle torri gemelle quest’ultimo viene giustificato appunto con i delitti dell’imperialismo americano. Ma chi scrive queste pseudo-ricostruzioni storiche dimentica che la storia degli Usa è fatta di ombre ma specialmente di grandi luci”.

Indignazione alla quale nel pomeriggio ha voluto rispondere Beppe Grillo con un video messaggio sul suo blog. “Intervengo – spiega in apertura – perché c’è una campagna stampa contro il M5S che è vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo… Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del Consiglio, che se tornassi indietro non solo non parlerei con lui, come ho fatto, dicendo che è una persona non coerente e non affidabile, come gli ho detto, ma direi che è un bugiardo, un falso e un ipocrita”. Il leader del movimento avanza quindi anche la possibilità di un’azione giudiziaria contro il premier. “Vedrò se ci sono gli estremi per chiedergli i danni in nome mio e del popolo italiano”, dice.