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Orrore Isis, decapitato un altro reporter americano. Obama: “Distruggeremo gli estremisti”

Orrore Isis, decapitato un altro reporter americano. Obama: “Distruggeremo gli estremisti”

«Non ci faremo intimidire» e «faremo giustizia»: lo ha detto il presidente Usa Barack Obama il giorno dopo la diffusione del video della decapitazione di Steven Sotloff, «un orribile atto di violenza». Obama – affiancato, dall’altra parte dell’Atlantico dal premier britannico James Cameron, che ha ribadito che la Gran Bretagna «non cederà mai al terrorismo» – si è detto «disgustato dalla barbarie dello Stato Islamico»: «Il nostro obiettivo – ha aggiunto il presidente americano – è smantellare e distruggere» lo Stato islamico e garantire che l’Isis «non sia più una minaccia per la regione. Abbiamo bisogno – ha spiegato Obama – di mettere a punto una coalizione internazionale contro lo Stato islamico, in modo che si possano raggiungere alcune tribù sunnite nelle zone che sono state circondate dall’Isis».

Decapitazione

L’Isis ha pubblicato, martedì, come detto, un nuovo video choc: 2 minuti e 46 secondi in cui viene mostrata la decapitazione del cittadino americano Steven Sotloff. Nel filmato il giornalista freelance Sotloff, 31 anni, appare con indosso una tuta arancione. Sullo sfondo – riporta la stampa americana – c’è un panorama siriano ma, secondo i giornali britannici, sarebbe un luogo diverso da quello della morte di James Foley. Il video distribuito ha il titolo «Un secondo messaggio all’America». Sotloff era stato rapito in Siria, nei pressi di Aleppo, il 4 agosto del 2013, ed era il reporter mostrato al termine del video – diffuso il 20 agosto scorso – con la brutale esecuzione di Foley, l’altro giornalista decapitato dai jihadisti dello Stato Islamico. La minaccia dell’Isis nel filmato del 20 agosto era stata chiara: Sotloff sarebbe stato il prossimo candidato a «morire se non fossero cessati i raid sul nord dell’Iraq». I familiari del reporter avevano aperto una petizione sul sito della Casa Bianca chiedendo al presidente Obama di salvare la vita del figlio. E, il 27 agosto, in un messaggio trasmesso da Al Arabiya, Shirley Sotloff, la mamma del reporter, aveva rivolto un appello a Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis: «Steven è un giornalista innocente – aveva detto la madre – Ha viaggiato molto nel Medio Oriente per parlare delle sofferenze dei musulmani sotto il gioco dei tiranni, è un uomo generoso che ha sempre cercato di aiutare i più deboli».

Nel video un altro ostaggio britannico

I terroristi intimano al governo iracheno, guidato dallo sciita Haider al Abadi, di porre fine «a questa alleanza maligna con l’America contro lo Stato Islamico». E minacciano di uccidere un altro ostaggio, il britannico David Cawthorne Haines (questo, almeno, è il nome indicato dai terroristi). Il Foreign Office britannico non ha voluto commentare. Secondo Nbc News, David Cawthorne Haines è un ex soldato britannico che ha lavorato per una serie di organizzazioni umanitarie ed è stato rapito in Siria all’inizio del 2013. Una dirigente di una organizzazione civile di peacekeeping, «Nonviolent Peaceforce», ha affermato – riporta ancora la Nbc – che Haines lavorava per loro nel 2012, in Sud Sudan, e quando è stato rapito era al lavoro in Siria per un’altra organizzazione umanitaria. «Un tipo che è stato rapito con lui è stato rilasciato un paio di mesi fa e per questo speravamo che anche lui sarebbe stato rilasciato presto», ha dichiarato Tiffany Easthom, direttrice dell’organizzazione in Sud Sudan. Haines è «un ex soldato britannico, con grande conoscenza di luoghi insicuri», ha affermato ancora Easthom, aggiungendo che «ha lasciato la vita militare e voleva lavorare per le Ong», le organizzazioni non governative.

Gli Usa: «Terrificante»

Poco dopo la diffusione della notizia la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Jennifer Psaki, commentava: «Un atto terrificante». Nel contempo interveniva il premier britannico David Cameron: «Video disgustoso e spregevole». E Matteo Renzi, come presidente di turno dell’Unione Europea, sottolineava: «Di fronte a un atto tanto raccapricciante, ci è sempre più chiaro quale sia la frontiera, quella della democrazia contro la barbarie».
«Un secondo messaggio all’America»
Il nuovo video si apre con uno speech di Obama poi, dopo il cartello «Un secondo messaggio all’America», Sotloff comincia a parlare. Il boia è alle sue spalle: «Sono Steven Joel Sotloff. Sono sicuro che sapete esattamente chi sono, adesso, e perché sto comparendo dinnanzi a voi. E ora, è il tempo per il mio messaggio: Obama, la tua politica estera e il tuo intervento in Iraq dovevano essere per la conservazione della vita e degli interessi americani. E allora perché devo essere io a pagare il prezzo di questa interferenza con la mia vita? Non sono anche io un cittadino americano? – continua il reporter – Avete speso miliardi di dollari delle tasse di contribuenti americani per spedire migliaia di nostri soldati nelle nostre precedenti guerre contro lo Stato Islamico, quindi qual è l’interesse della gente nello riaccendere una guerra? Per quel poco che so di politica estera, mi ricordo un tempo in cui non avresti potuto vincere un’elezione senza la promessa di riportare le nostre truppe a casa dall’Iraq e dall’Afghanistan, e di chiudere Guantanamo. Ed eccoti qui, Obama, verso la fine del tuo mandato, non avendo mantenuto niente di quanto promesso e spingendo ingannevolmente noi, il popolo americano, nel fuoco ardente».

Forse il boia è lo stesso di Foley

«Sono tornato, Obama, e sono tornato a causa della tua arrogante politica estera nei confronti dello Stato Islamico, per la tua persistenza nel continuare i bombardamenti e [incomprensibile] a dispetto dei nostri seri avvertimenti. Tu, Obama, hai solo da guadagnare dalle tue azioni, ma non un altro cittadino americano»: così esordisce il boia che ha decapitato (o quanto meno inscenato la decapitazione di) Steven Sotloff. Il riferimento è alla precedente uccisione di Foley e potrebbe essere ancora lui,«Jihadi John» l’inglese, il boia del secondo reporter americano. Con un accento britannico che ricorda quello di John, il boia aggiunge: «Fino a che i vostri missili continuano a colpire la nostra gente, il nostro coltello continuerà a colpire i colli del vostro popolo. Cogliamo l’opportunità di avvisare quei governi che si uniscono alla malvagia alleanza con l’America contro lo Stato Islamico di ritirarsi e di lasciare in pace la nostra gente».