• Home »
  • Cronaca »
  • Agrigento, esplode un vulcanello di fango: muore una bambina, disperso il fratellino

Agrigento, esplode un vulcanello di fango: muore una bambina, disperso il fratellino

Agrigento, esplode un vulcanello di fango: muore una bambina, disperso il fratellino

Dramma nella riserva delle Maccalube di Aragona, in provincia di Agrigento. Un vulcanello è esploso rovesciando una grande quantità di fango e terra su un uomo e i suoi due figli che erano in visita nella riserva naturale, e creando una pozza di fango sulfureo che ha risucchiato la famiglia. Il padre, un carabiniere in servizio a Joppolo Giancaxio, è riuscito a tirarsi fuori dal fango e ha tentato di trarre in salvo i due piccoli, ma senza riuscirci. Ora sta partecipando ai soccorsi. La bambina, sette anni, è stata estratta poco dopo dai vigili del fuoco: i soccorritori hanno tentato di rianimarla per dieci minuti, ma la piccola non ce l’ha fatta. Del secondo bambino, dieci anni, non c’è ancora traccia: i soccorritori lo stanno cercando sondando il terreno nei pressi del luogo dell’esplosione. Due turisti americani che erano vicino al vulcanello esploso sono riusciti a mettersi in salvo.

Dalle prime informazioni sembra che oggi fosse il compleanno del piccolo disperso, che aveva espresso al padre il desiderio di vedere da vicino la riserva delle Maccalube, nota in tutto il mondo e tra le maggiori attrazioni turistiche dell’Agrigentino. Sul luogo della tragedia è giunta la madre dei due bambini, che ha avuto un malore. Adesso i soccorritori sono ancora in cerca del secondo bambino con sonde ed escavatori. Sul posto è pronto a decollare un elicottero del 118, mentre un secondo elicottero della Guardia di finanza sta sorvolando la zona.

Quello delle esplosioni è fenomeno naturale, dovuto all’accumulo sotterraneo di metano, che alle Maccalube avviene di frequente. Ma è in genere preceduto da segnali che consentono ai gestori della riserva di chiudere al pubblico le zone in cui possono avvenire incidenti, come le crepe nel terreno. “Questa volta il fenomeno è accaduto all’improvviso, senza segnali premonitori – spiega Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, ente che gestisce la riserva – perché in genere le zone in cui si formano crepe sul terreno vengono chiuse al pubblico”. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta: sul luogo del disastro è presente il sostituto procuratore Carlo Cinque.