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Inflazione nell’Eurozona, Draghi lancia l’allarme: “L’andamento è diventato sempre più problematico. Siamo pronti a misure straordinarie”

Inflazione nell’Eurozona, Draghi lancia l’allarme: “L’andamento è diventato sempre più problematico. Siamo pronti a misure straordinarie”

Gli andamenti positivi registrati nell’area dell’euro nella sfera finanziaria «non si sono trasferiti appieno in quella economica» e la congiuntura nell’area «resta difficile». Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo al 24simo European Banking Congress a Francoforte. Anche il dato sull’indice delle piccole medie imprese diffuso ieri «indica che è improbabile un forte rimbalzo economico nei prossimi mesi» anche sulla base di nuove commesse che sono scese per la prima volta dal luglio 2013. In questo contesto, «l’andamento dell’inflazione nell’Eurozona è diventato sempre più problematico».

È «essenziale» riportare l’inflazione nell’ara dell’euro verso il target «senza ritardi», ha aggiunto Draghi. La politica monetaria «può contribuire e lo farà al raggiungimento di questo obiettivo». I recenti piani per gli acquisti di asset annunciati dalla Bce hanno anche «un effetto di segnale: indicano – ha sottolineato Draghi – che useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, nel quadro del nostro mandato, per riportare il tasso di inflazione verso il nostro obiettivo, e questo senza nessun ritardo indebito». Questo «contribuisce ad ancorare le attese di inflazione, abbassando così i tassi di interesse reali, sostenendo l’attività e l’inflazione. È questo un canale che è stato già reso operativo negli Stati Uniti e in Giappone».

«Se la nostra politica, sulla traiettoria attuale, non fosse in grado» di sollevare l’inflazione e le attese di inflazione, «o se dovessero materializzarsi ulteriori rischi per le prospettive dei prezzi, aumenteremmo la nostra pressione, allargando ancora di più i canali di intervento», ha spiegato il capo dell’Eurotower. Tale allargamento avverrebbe «modificando in modo conforme il volume, il ritmo e la composizione dei nostri acquisti». La Banca centrale europea è «impegnata a ricalibrare le dimensioni, il ritmo e la composizione degli acquisti di titoli, se necessario, per rispettare il proprio mandato», citando esplicitamente il quantitative easing messo in atto dalla Fed e dalla Banca del Giappone

Per Draghi, ci sono «tutta una serie di politiche» oltre a quella monetaria, ad esempio sul fronte fiscale e strutturale, «che possono riuscire a riportare la crescita e l’inflazione su un percorso più solido, e tutti noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità in merito». La Bce da parte sua «continuerà a farlo: faremo tutto quello che dobbiamo fare per aumentare il tasso e le attese di inflazione il più velocemente possibile, come prevede il nostro mandato di tutela della stabilità dei prezzi».