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Omicidio del piccolo Andrea, nuovi dubbi sulla madre. La scientifica nell’abitazione della famiglia Stival per cinque ore

Omicidio del piccolo Andrea, nuovi dubbi sulla madre. La scientifica nell’abitazione della famiglia Stival per cinque ore

Proseguono senza sosta a Ragusa le indagini sull’omicidio di Andrea Loris Stival, e con il passare delle ore le attenzioni degli inquirenti si concentrano sempre di più sull’ambito familiare e in particolare sulla madre del bambino, Veronica Panarello. Sono ancora troppi i dubbi e le incongruenze nella vicenda. La polizia scientifica la notte scorsa, dopo aver perquisito l’abitazione, ha anche eseguito rilievi e accertamenti nella casa di campagna di contrada Passo di Scicli di Orazio Fidone, il cacciatore che il 29 novembre scorso ha trovato il corpo del piccolo Loris Stival. L’uomo, come atto dovuto per l’esecuzione di accertamenti irripetibili, è indagato per sequestro di persona e omicidio nel fascicolo aperto dalla procura di Ragusa.

Ieri pomeriggio gli uomini della scientifica hanno perquisito l’abitazione della famiglia Stival per oltre 5 ore, alla ricerca di qualsiasi elemento, tra cui anche un computer, che possa aiutare a far chiarezza su cosa è accaduto sabato scorso a Santa Croce Camerina. Al momento sembra che la donna, che non è indagata, abbia mentito sul fatto di avere accompagnato a scuola Loris. Lo confermerebbe una telecamera di videosorveglianza che avrebbe immortalato il momento in cui Veronica Panarello esce da casa soltanto insieme al figlio più piccolo, e con questo sale in macchina e si avvia. Le immagini mostrerebbero invece Loris che una volta uscito dal portone, successivamente rientra nella palazzina di via Garibaldi 82. “La signora non è assolutamente soggetto sottoposto a indagine. Questo ve lo posso garantire e assicurare – ha detto uscendo dall’abitazione degli Stival l’avvocato della signora, Francesco Villardita -. Questa non è una perquisizione, è una ricerca di elementi utili alla soluzione del caso. La signora sta per come può stare una madre che ha perduto un figlio, e non ci sono indagini su di lei”. Ai giornalisti, che per tutta la sera hanno atteso davanti al portone di casa, e che hanno domandato chiarimenti sulle immagini di videosorveglianza, il legale ha risposto: “Il bambino è stato portato regolarmente a scuola. Non “dice” di averlo portato, la signora lo ha portato a scuola. La mamma è persona offesa di reato di omicidio volontario”.

Intanto ieri sera il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, nel corso di un incontro con i giornalisti, durante il quale ha confermato l’esserci al momento una sola persona indagata, ha invitato i media a evitare la propalazione incontrollata di notizie che possano turbare la serenità delle indagini e complicarne lo svolgimento. “Ci troviamo di fronte a un fatto di inusitata gravità che ha turbato l’opinione pubblica nazionale e anche fuori dall’Italia, e che quindi giustifica la grande attenzione su questa vicenda sia sul fatto in sé che sulle indagini in corso – ha detto Petralia -. Ma perché lo svolgimento delle indagini sia più asettico, sereno, non inquinato inevitabilmente dalla propalazione di notizie che non sono corrispondenti all’esatto tenore delle indagini in corso, o che possono filtrare in qualche modo dagli apparati investigativi e che qualora possano essere vicine turberebbero n modo forse irreparabili delle ulteriori indagini e il loro esito, d’ora innanzi qualunque tipo di informazione utilizzabile sono quelle che verranno fornite in comunicati stampa o brevi incontri con i media”.