• Home »
  • Politica »
  • Commissione Ue sulle bozze di Bilancio 2015, Schaeuble: “L’Italia ha approvato una notevole riforma del mercato del lavoro”

Commissione Ue sulle bozze di Bilancio 2015, Schaeuble: “L’Italia ha approvato una notevole riforma del mercato del lavoro”

Commissione Ue sulle bozze di Bilancio 2015, Schaeuble: “L’Italia ha approvato una notevole riforma del mercato del lavoro”

L’Italia “ha approvato una notevole riforma del mercato del lavoro”. Così il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble, entrando alla riunione dell’Eurogruppo dedicato all’esame delle opinioni della Commissione Ue sulle bozze di bilancio 2015 dei Paesi dell’area euro. La Commissione Ue, ha continuato, “ha proposto di concedere più tempo ad alcuni Paesi” che rischiavano di non rispettare le indicazioni del Patto di Stabilità e Crescita e “ora quel tempo deve essere usato per rispettare le regole”.

Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, entrando alla riunione ha detto che la Commissione Ue, “viste le circostanze, ha deciso di concedere più tempo” a Francia, Italia e Belgio per rispettare le indicazioni del Patto di Stabilità e Crescita. Ma questi Paesi “devono rispettare il Patto” e “ascoltare attentamente quello che dice la Commissione”. L’aspettativa, ha continuato, è che questi Paesi “faranno tutto quello che possono per colmare il gap fra dove si trovano oggi e dove dovrebbero trovarsi per rispettare il bilancio per il 2015″. Per Dijsselbloem “è di cruciale importanza che tutti i Paesi rispettino le regole del Patto di Stabilità e Crescita, cosa fondamentale per la fiducia dentro e fuori dall’area euro”. L’esecutivo di Bruxelles “tornerà a esaminare la situazione di questi Paesi a marzo”.

Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha spiegato che su Italia, Francia e Belgio la Commissione “non ha voluto prendere decisioni precipitose e a marzo agirà lasciando tutte le possibilità aperte”. La Commissione “terrà conto da una parte della situazione macroeconomica” dei Paesi che rischiano di non rispettare le regole del Patto di Stabilità e Crescita e dall’altra “degli sforzi che gli Stati fanno per ridurre il deficit strutturale e fare le riforme”.