• Home »
  • Esteri »
  • Terrorismo, l’Isis pubblica il video del pilota giordano bruciato vivo in una gabbia. Dura risposta di Amman: impiccata la terrorista irachena

Terrorismo, l’Isis pubblica il video del pilota giordano bruciato vivo in una gabbia. Dura risposta di Amman: impiccata la terrorista irachena

Terrorismo, l’Isis pubblica il video del pilota giordano bruciato vivo in una gabbia. Dura risposta di Amman: impiccata la terrorista irachena

Lo Stato Islamico ha diffuso un video per mostrare al mondo la sua determinazione nello spingere sempre oltre la soglia dell’orrore. Nel filmato viene esibita, con l’ormai consueta e macabra cura della sceneggiatura, la tragica fine del pilota giordano Muadh al-Kasasibah: bruciato vivo in una gabbia, poi ricoperto di macerie.

Durissima la risposta di Amman

Appresa la notizia, Re Abdallah di Giordania ha interrotto la sua visita negli Stati Uniti ed è tornato nella capitale. Il portavoce del governo di Amman ha annunciato che “la Giordania farà tremare la terra” sotto lo Stato Islamico. All’alba, come prima conseguenza, è stata impiccata Sajida al-Rishawi, la terrorista irachena di cui l’Is aveva chiesto la liberazione come contropartita per il rilascio del pilota giordano e del giornalista nipponico poi ucciso. Oltre ad al-Rishawi, nel carcere di Swaqa, nel su del paese, è stato impiccato anche un altro detenuto, Ziad al-Karbouli, esponente iracheno di al-Qaeda e collaboratore stretto di Abu Musad al-Zarqawi, catturato nel 2006.

Per il presidente americano Barack Obama, il video, la cui autenticità non è ancora stata accertata, è un’indicazione della “brutalita” dell’Is e “ci costringe a raddoppiare la nostra determinazione” a sconfiggere il Califfato.

Muadh al-Kasasibah venne catturato il 24 dicembre e l’Is, dopo aver detto di averlo ucciso ai primi di gennaio, aveva chiesto la liberazione dell’aspirante kamikaze qaedista Sajida al-Rishawi in cambio della sua vita. Amman si era detta pronta allo scambio, ma voleva la prova che al-Kasasibah fosse vivo. Fallita la trattativa, lo Stato Islamico aveva preannunciato l’esecuzione del pilota: “Se ne andrà con il sole”. All’alba (ora locale, le 2.30 in Italia), accertata la morte orribile del pilota di Amman, il governo giordano ha messo a morte Sajida al-Rishawi e un altro terrorista detenuto. Altri tre militanti jihadisti potrebbero essere messi a morte nelle prossime ore.

Inizialmente non è apparsa la versione integrale del video

E’ stata Rita Katz, direttrice di Site, a mostrare via Twitter solo alcuni fermi immagine. Muadh al-Kasasibah appare circondato da miliziani armati e a mezzo busto con un occhio tumefatto, mentre pronuncia un monologo. Alle spalle, uno sfondo nero su cui compaiono alcune bandiere dei Paesi della Coalizione anti-Is (tra cui Canada, Francia, Usa, Regno Unito, Emirati Arabi e Giordania). Poi il pilota giordano è chiuso in gabbia, mentre una lingua di fuoco avanza verso di lui. Subito dopo, è avvolto dalle fiamme. Nel fermo immagine successivo si vedono i resti di un corpo carbonizzato. E ancora, il cadavere sepolto da un bulldozer sotto le macerie.

Quando il video è stato diffuso integralmente, si è scoperto che l’esecuzione di al-Kasasibah è preceduta da altre immagini: i corpi carbonizzati di vittime di bombardamenti aerei della Coalizione internazionale. Corpi carbonizzati e coperti di detriti. Esattamente la fine toccata al pilota.

Il video si conclude con la taglia posta dallo Stato Islamico su oltre 50 piloti giordani che, secondo i jihadisti, partecipano ai raid della Coalizione, con allegata lista dettagliata delle loro generalità, dei gradi militari e delle località di provenienza. “Ricercato. Pilota crociato”, è il titolo di ciascuna scheda, con foto e dati anagrafici del pilota, in arabo e inglese. Ricompensa, “100 dinari d’oro a chiunque uccida un pilota crociato”. Il dinaro d’oro è la prima moneta islamica coniata fin dall’età degli omayyadi che guidarono la Siria e l’Umma (la comunità islamica) dal 661 d.C. Lo scorso novembre lo Stato Islamico annunciò che il dinaro sarebbe tornato in corso in tutto il Califfato.

Muadh al-Kasasibah cadde nelle mani dello Stato Islamico il 24 dicembre, precipitando in Siria nella zona di Raqqa con il suo caccia F-16. Abbattuto, secondo i miliziani del Califfato. L’Is aveva immediatamente lanciato un sondaggio online chiedendo come ucciderlo. Il 2 gennaio, la tv iraniana Al Mayadin aveva dato la notizia dell’eliminazione di al-Kasasibah, che non aveva trovato conferme. L’emittente, che trasmette da Beirut, aveva anche riferito di un fallito blitz per liberarlo.

La sorte di Muadh al-Kasasibah era tornata di strettissima attualità legandosi a quella dei due ostaggi giapponesi poi assassinati dall’Is. Per la liberazione di Haruna Yukawa e Kenji Goto, il 20 gennaio lo Stato Islamico aveva chiesto a Tokyo il pagamento di un riscatto da 200 milioni di dollari. Scaduto l’ultimatum di 72 ore, Yukawa era stato decapitato il 24 gennaio. Lo Stato Islamico aveva allora diffuso un video in cui la voce del reporter Kenji Goto risuonava su un fermo immagine del prigioniero, in mano la foto del compagno ucciso, dettando le nuove condizioni per il suo rilascio: la libertà dell’aspirante kamikaze Sajida al-Rishawi, in carcere in Giordania.

Il Giappone aveva chiesto la collaborazione di Amman

Trattative difficili, fino a un nuovo ultimatum, in un messaggio audio attribuito ancora a Kenji Goto: “Se Sajida al-Rishawi non sarà pronta per lo scambio con la mia vita al confine turco al tramonto di giovedì, 29 gennaio, ora di Mosul, il pilota giordano Muadh al-Kasasibah sarà ucciso immediatamente”. Il 31 gennaio l’Is ha diffuso il video della decapitazione di Kenji Goto. Oggi le prove dell’atroce fine di al-Kasasibah.

L’esercito giordano conferma la morte del pilota e promette vendetta

“Il sangue del martire non sarà stato versato invano e la vendetta sarà proporzionale a questa catastrofe che ha colpito tutti i giordani”, ha affermato il portavoce, generale Mamduh al-Amiri, senza aggiungere dettagli sulle azioni che Amman metterà in campo contro lo Stato Islamico. Anche la famiglia è stata avvertita, come scrive in un tweet il sito Breaking News Feed.

Ma le autorità giordane rivelano oggi altri dettagli

Muadh al-Kasasibah in realtà sarebbe morto il 3 gennaio e Amman probabilmente lo sapeva. Nei giorni scorsi, quando l’Is aveva proposto lo scambio con Sajida al Rishawi, il governo giordano aveva detto sì in linea di principio, ma voleva la prova inequivocabile che il pilota fosse ancora vivo. Sapendo che non sarebbe mai arrivata. E si ricorda come il 30 dicembre, sei giorni dopo la cattura, sulla rivista dell’Is, Dabiq, fosse comparsa un’intervista a al-Kasasibah in cui il pilota appariva in un paio di foto. Presentava un ematoma sotto l’occhio destro, come nel video diffuso oggi.

Sajida al-Rishawi stava scontando l’ergastolo in Giordania

Nel 2005 partecipò a una missione suicida in un hotel di Amman assieme a tre complici, tra cui il marito. Gli altri saltarono in aria, uccidendo una cinquantina di persone. Il giubbetto esplosivo di Sajida non si innescò, lei tentò di dileguarsi tra la folla ma fu riconosciuta e arrestata.