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Dramma di Lampedusa, il Cardinale Bagnasco contro l’Ue: “Finchè l’Europa preferisce di stare a guardare, queste tragedie continueranno”

Dramma di Lampedusa, il Cardinale Bagnasco contro l’Ue: “Finchè l’Europa preferisce di stare a guardare, queste tragedie continueranno”

“E’ in corso il dramma. La nostra lotta contro i trafficanti continua in modo costante e coordinato. Deve essere fatto di più”: così su Twitter il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos si rammarica per i 29 migranti morti per assideramento al largo di Lampedusa. “Ogni vita perduta è una di troppo”, aggiunge.

Ma i vescovi puntano il dito contro Bruxelles. Dopo il quotidiano Avvenire che definisce quanto accaduto una “tragedia lancinante che pesa sulla coscienza dell’intera Europa”, rincara la dose il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova: “L’Europa sta a guardare”, dice il porporato che aggiunge: “Finché l’Europa guarda dalle altre parti e fa finta di non capire che l’Italia è veramente la porta dell’Europa e che ciò che accade in Italia appartiene a tutti, le cose andranno avanti così – conclude Bagnasco – con queste tragedie del mare”.

E Avvenire aggiunge: “Non possiamo credere che questa nuova tragedia nulla dica alla coscienza d’Europa. La Libia, dove operano trafficanti senza scrupoli, racket legato alle milizie e forse ai jihadisti, non può restare estranea all’agenda di Bruxelles”.

Lampedusa. Sull’isola gli sopravvissuti alla tragedia hanno trascorso la notte nel centro d’accoglienza di contrada Imbriacola. Le salme dei migranti, chiuse in sacchi di plastica, sono state sistemate all’interno del vecchio aeroporto in disuso. In arrivo una squadra della polizia Scientifica che dovrà identificare le vittime. Si tratta di giovani tra i 18 e i 25 anni, secondo una prima ispezione cadaverica. Gli agenti della Scientifica preleveranno il Dna e scatteranno delle fotografie per poterle poi identificare. Non si sa ancora se alcune delle vittime fossero parenti dei 75 superstiti che si trovavano sullo stesso barcone. Subito dopo le salme verranno sistemate nelle bare e portate via con la nave a Porto Empedocle per poi essere tumulate nei cimiteri in cui c’è spazio.

Il decesso dei migranti è avvenuto per ipotermia, dovuta al freddo del Canale di Sicilia su cui nelle scorse ore si è abbattuto una violenta ondata di maltempo. Al loro arrivo sulla maggiore delle Pelagie, i soccorritori hanno parlato di evidenti sintomi di assideramento. Per un migrante, giunto in condizioni gravissime, è stato necessario il trasferimento in elisoccorso a Palermo dove è ricoverato in coma, un altro, con sintomi di assideramento, è stato portato alla Guardia medica. Gli altri sono stati trasferiti al Centro d’accoglienza

Il direttore sanitario dell’isola, Pietro Bartolo, ha criticato il sistema di soccorso adottato con l’introduzione del dispositivo “Triton” al posto dell’operazione “Mare nostrum”. Per il medico, infatti, i migranti vengono soccorsi troppo al largo dalla terraferma, senza la possibilità di riparo a bordo delle navi e in caso di mare grosso e freddo sono costretti a una traversata esposti alle intemperie, cosa che può rivelarsi estremamente pericolosa. “Le condizioni in Libia sono drammatiche – spiegano i soccorritori – Se questi migranti hanno sfidato le onde alte sette metri e mare Forza 8 non appena il maltempo si placa si rischia una nuova invasione”.

Sull’isola già ieri sera è arrivato il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, che oggi insieme al sindaco Giusy Nicolini visiterà il centro d’accoglienza per incontrare i 75 profughi sopravvissuti, tra loro ci sono anche tre minori non accompagnati, due della Costa d’Avorio e uno del Mali. Gli altri profughi provengono sempre dall’Africa subsahariana: Guinea, Senegal, Gambia e Niger.

Il sindaco ha parlato al telefono con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio: “Gli ho detto che non si può affrontare così né la primavera né l’estate perché è stato sguarnito il fronte umanitario quello del soccorso”, afferma il primo cittadino, che ha attaccato frontalmente la missione europea ‘Triton’, subentrata all’operazione italiana ‘Mare nostrum’: “Così com’è – dice Nicolini – non serve a niente e quindi almeno risparmiamo questi soldi. Bisogna ripensare il sistema di soccorso e non può essere ‘Mare nostrum’. Ma bisogna fare qualcosa di simile. E’ vero -prosegue il sindaco- che costava tanto, ma bisogna fare in modo che costi di meno perchè un presidio nel Mediterraneo serve. Se si manda una motovedetta a 140 miglia, è evidente che c’è il rischio di trovare i migranti già morti. Bisogna portarli al sicuro nel giro di due ore. Non possiamo permetterlo e non possiamo permettere che Lampedusa ritorni nell’imbuto della indifferenza, della solitudoine e della emergenza”.