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Venezuela, il presidente Maduro fa arrestare il sindaco di Caracas e accusa gli Stati Uniti: “Nei miei confronti c’è un tentativo di golpe”

Venezuela, il presidente Maduro fa arrestare il sindaco di Caracas e accusa gli Stati Uniti: “Nei miei confronti c’è un tentativo di golpe”

Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha annunciato che il sindaco dell’area metropolitana Caracas, tra i leader dell’opposizione, Antonio Ledezma, arrestato dagli agenti della sicurezza, verrà perseguito dalla giustizia per avere partecipato ad una presunta cospirazione contro il suo governo. Ledezma, 59 anni, ha affermato Maduro, ha firmato un manifesto la cui pubblicazione sarebbe stata la “miccia” per attivare un colpo di Stato per rovesciare il suo governo.

“Con ordinanza della procura generale – ha spiegato il presidente venezuelano – è stato catturato e verrà processato affinché risponda dei crimini commessi contro la pace e la sicurezza del Paese e la Costituzione”. Dopo la perquisizione del suo ufficio, Ledezma è stato arrestato dagli agenti ed è stato incarcerato nella sede del Servizio di intelligence Bolivariano (Sebin), nell’est di Caracas.

Secondo Maduro, il sindaco di Caracas ha firmato, insieme all’ex deputata Maria Corina Machado e Leopoldo Lopez, tra i leader dell’opposizione venezuelana, un manifesto pubblico su un governo di transizione. Il manifesto, ha aggiunto il presidente, è stato diffuso l’11 febbraio per “attivare” il presunto tentativo di colpo di stato, che sarebbe stato guidato da funzionari ribelli delle Forze aeree il 12 o 13 febbraio.

“Il segnale nazionale per l’attivazione del tentativo di golpe – ha detto ancora – era questo comunicato, che poca gente ha visto, perché era stato pubblicato dal quotidiano ‘El Nacional’”. Il presidente del Venezuela ha inoltre affermato di avere le prove che funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Caracas facevano parte della cospirazione del presunto golpe denunciato la scorsa settimana. “Ho prove della partecipazione di membri dell’ambasciata degli Stati Uniti alla cospirazione per dividere la nostra forza armata”, ha spiegato, sostenendo che l’obiettivo era fare pressione sui funzionari affinché “accettassero una proposta” per “tradire la patria”.

Da parte loro, gli Stati Uniti hanno nuovamente respinto le accuse e chiesto la liberazione di Lopez. “Le accuse mosse dal governo venezuelano che gli Usa sono coinvolti in un tentativo di colpo di stato e di destabilizzazione sono infondate e false”, ha fatto sapere, tramite un comunicato stampa, Jen Psaki, portavoce del dipartimento di Stato, ricordando che, secondo la Carta Democratica Interamericana, “i cambi di governo devono essere democratici, pacifici e conformi con lo stato di diritto”.

Psaki ha quindi assicurato che Washington “non sta promuovendo l’instabilità in Venezuela né tentando di minare l’economia venezuelana” ed i problemi economici e politici del Paese “sono il risultato delle politiche del governo venezuelano”.

Secondo Human Rights Watch, gli agenti della sicurezza venezuelana hanno fatto irruzione nell’ufficio del sindaco di Caracas senza un mandato. In un comunicato di Jose Miguel Vivanco, direttore per le Americhe, si precisa che “senza prova della commissione di un reato, il sindaco non avrebbe mai dovuto essere stato arrestato e dovrebbe essere immediatamente liberato. Al contrario, ci troviamo davanti ad un nuovo caso di detenzione arbitraria contro gli oppositori, in un Paese in cui non c’è indipendenza giudiziaria”.

Gli uffici del sindaco, ha detto da parte sua il deputato Richard Blanco, del partito ‘Alianza Bravo Pueblo’, di Ledezma, sono stati controllati violentemente da un comando di agenti del Servizio di intelligence Bolivariano (Sebin) che lo hanno picchiato ed arrestato. “Sono arrivati – ha raccontato Blanco – senza un mandato e hanno ignorato le nostre proteste. Ci hanno colpito e spinto, hanno rotto la porta a vetri e picchiato e spinto il sindaco”.