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Landini prepara il suo passaggio in politica, convocati a Cervia oltre 500 delegati Fiom per parlare di lavoro e di crisi economica

Landini prepara il suo passaggio in politica, convocati a Cervia oltre 500 delegati Fiom per parlare di lavoro e di crisi economica

Maurizio Landini riunirà venerdì e sabato a Cervia oltre 500 delegati Fiom. L’assemblea annuale – prevista dallo statuto dell’organizzazione – era fissata da tempo ma non c’è dubbio che questa volta l’evento finirà per attrarre l’attenzione dei media e degli analisti politici che da giorni si interrogano sulla possibile “discesa in campo” di Landini nelle vesti dello Tsipras italiano. Il passaggio di Landini alla politica – evocato apertamente evocato da una parte della stampa di sinistra – per ora non ci sarà.

Anche Cervia, come tutte le ultime sortite pubbliche del leader emiliano della Fiom, con ogni probabilità servirà a ribadire l’analisi di fondo: contro la crisi che sta distruggendo i diritti dei lavoratori è più utile la mobilitazione sociale di tutta la società “in sofferenza” che la nascita di un partitino presente in parlamento ma impotente sul fronte legislativo. Un’analisi di stampo ingraiano. Che nella sua originalità esce dagli schemi sia di chi, in Sel e nella sinistra Pd, vorrebbe una Fiom trasformata sic et simpliciter in partito sia di chi – in particolare la Fim-Cisl – non ne condivide il ribellismo sindacale così popolare in tivvù.

L’assemblea di Cervia servirà anche a misurare la temperatura dei rapporti fra Fiom e Cgil. Per gran parte del 2014 Landini, flirtando con Renzi, ha irrobustito la sua immagine di alternativa alla leader della Confederazione, Susanna Camusso. Poi l’arrivo del Jobs Act ha “costretto” i due leader ad avvicinarsi anche se la concezione dell’azione sindacale dei due è strategicamente diversa. A Cervia la Cgil invierà un proprio osservatore di rango, probabilmente Franco Martini esperto di contrattazione e componente della segreteria.

Sia per Landini che per Camusso il punto é: che fare ora che il Jobs Act è legge? o, per dirla in landinese, “ora che è cambiata la fase”? Camusso in una intervista a Repubblica ha lanciato l’idea di una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare per un nuovo “Statuto dei lavoratori” che estenda le tutele contro quello che lei giudica “un aumento della precarietà”. E’ possibile che Landini all’Assemblea di Cervia aderisca a questa iniziativa vista come un primo strumento di coagulo dell’opposizione sociale nel Paese (“Renzi non ha la maggioranza fra i lavoratori e i giovani”, ripete Landini da mesi a questa parte).

E’ presto per dire quanta strada le due organizzazioni faranno mano nella mano. E’ noto che parte della Fiom punta a un referendum anti Jobs Act mentre gran parte della Cgil – memore della sconfitta al referendum dell’ ’84 sulla scala mobile – vede questa prospettiva come il fumo negli occhi.

Al momento un fatto è certo: Landini per ora non ha nessuna intenzione di guidare un partito. Eletto segretario nel 2010, il suo mandato scade nel 2018. Lo stesso orizzonte “lavorativo” del suo “vecchio nemico”, Sergio Marchionne, che ha già annunciato che lascerà la Fiat proprio nel 2018.