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“Ti facciamo pagare quello che è successo a Boccea”. Un capofamiglia rom bosniaco, originario di Goražde, è stato così minacciato e accerchiato da otto romani all’interno di una rosticceria al Laurentino. A raccontare l’accaduto all’Adnkronos è Massimo Converso, presidente dell’Opera Nomadi spiegando che tra i rom c’è preoccupazione per il clima che si è creato dopo che l’auto killer, con a bordo dei rom minorenni, ha travolto e ucciso una donna filippina e ferito altri otto passanti.

“E’ accaduto stamattina verso le 11 – spiega Converso – il capofamiglia, che stava comprando la pizza ai figli, è stato circondato in una rosticceria da otto cittadini romani e pesantemente minacciato. L’uomo si è allontanato precipitosamente dal locale”.

Intanto l’Opera Nomadi “sta invitando ripetutamente i famigliari dei ragazzi perché i due adolescenti (adulti, in realtà per il popolo rom) si costituiscano”. “Dalle notizie in possesso dell’Opera Nomadi non c’erano maggiorenni nella vettura”, sottolinea Converso che ribadisce “solidarietà alla comunità filippina di Roma”.