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Il decreto Rai spacca il Pd, è scontro tra Serracchiani e Boldrini. La Presidente della Camera: “Decreto? Non c’è urgenza”. La minoranza dem: “Gravi attacchi dal Pd alla presidente”

Il decreto Rai spacca il Pd, è scontro tra Serracchiani e Boldrini. La Presidente della Camera: “Decreto? Non c’è urgenza”. La minoranza dem: “Gravi attacchi dal Pd alla presidente”

Boldrini stoppa Renzi sulla Rai, il Pd insorge e torna a dividersi. L’ultima a parlare è Debora Serracchiani. «Ci sono tutte le condizioni» per arrivare a un intervento del Governo sulla Rai, che è «necessario», «anche con il Parlamento, se ci saranno le condizioni», ha detto mercoledì la vicesegretaria del Pd.
Lo “stop” al percorso immaginato dal premier per rivoluzionare la tv pubblica era arrivato martedì sera dal presidente della Camera Boldrini che nel corso della trasmissione “Di martedì” aveva frenato: «Il decreto si deve fare quando c’è materia di urgenza. Sulla Rai non c’è qualcosa di imminente, non c’è una scadenza». Il decreto Rai punta a cambiare la Gasparri per nominare il cda della televisione pubblica con regole diverse: così ha annunciato il premier Renzi negli scorsi giorni.
Serracchiani mercoledì ha ricordato che «non spetta al Presidente della Camera dire se ci siano i requisiti di urgenza». «Credo che il presidente sia stato chiaro», ha aggiunto Serracchiani, spiegando che la volontà di un intervento «deriva anche da un eccesso di ostruzionismo, una fotografia già vista all’interno del Parlamento». «Molte delle decisioni in tema di Tlc – ha continuato – sono spesso richieste che arrivano da tempo anche dall’Europa, da sempre disattese o sulle quali c’è un forte ritardo».

Pro o contro Boldrini: il Pd si divide

Dopo le parole di Boldrini non si sono fatte attendere, insieme alla reazione di Serracchiani, anche quella di altri esponenti del Pd. Alcuni di tutt’altro avviso rispetto a quello della vicesegretaria. «Grazie presidente Laura Boldrini per difesa autonomia del Parlamento. Gravi gli attacchi dal Pd. Siamo Repubblica parlamentare». Così, su Twitter, ha precisato Stefano Fassina, esponente della minoranza Pd.

Si alza una voce polemica anche dal resto della sinistra italiana: «Continuano le reazioni stizzite, irate, stupefacenti e francamente insopportabili da parte degli esponenti del Pd nei confronti delle parole di Laura Boldrini», afferma il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni, componente della Commissione Vigilanza Rai. «La Presidente della Camera dei deputati – prosegue il coordinatore di Sel – ha fatto esattamente quello che doveva fare: ha posto il problema di tutelare il Parlamento e la correttezza del processo legislativo. Capisco che il Pd di Renzi consideri la decretazione di urgenza un randello da usare contro le opposizioni, ma questo è inaccettabile».

Gasparri: «Legge duratura»

Nel dibattito interviene anche chi ha la paternità della legge che oggi regola la gestione della tv in Italia, Maurizio Gasparri: «Si rassegnino politici e commentatori vari. La legge Gasparri, approvata undici anni fa, resterà a lungo in vigore». Ne è convinto l’autore della normativa, secondo cui «tanti parlano senza sapere. La legge, che ha dato vita al Codice unico della radiotelevisione, affronta decine di argomenti». «Doveri di chi trasmette – ricorda Gasparri – diritti dell’utenza, garanzie per i minori, evoluzione tecnologica, limiti antitrust, eventuale privatizzazione, anche parziale o progressiva della Rai, e tante altre materie. Renzi e co per ragioni di potere si occupano solo di un comma di un articolo relativo alla nomina dei vertici Rai».