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Calciscommesse, parla Buffon: Bisogna distinguere tra colpe gravi e relative

“Dopo 6 anni vinco lo scudetto e diventa un campionato virtuale…ma si parla sempre di cose accadute in passato e questo a me sembra un campionato senza ombre”. Così Gigi Buffon parla del titolo conquistato dai bianconeri e delle possibili conseguenze dello scandalo scommesse sulla classifica finale. “Come dico sempre quando uno sbaglia è giusto che paghi e sopratutto, considerato che ci sono di mezzo valori come lealtà e sportività, credo che le pene debbano essere esemplari: su questo nessun dubbio”, dice Buffon. “Ma – aggiunge – bisogna fare delle distinzioni, perché anche in caso di errore le colpe possono essere molto gravi e molto relative: non è giusto mettere nello stesso calderone l’uno e l’altro”.
Secondo Buffon “in un momento di grande caos è giusto fare distinzioni fra certi comportamenti che possono essere discutibili e altri che sono truffaldini con alle spalle organizzazioni criminali”. Il portiere bianconero è stato criticato per alcune recenti considerazioni sul calcioscommesse. “E’ inutile articolare pensieri che possono cercare di migliorare certe situazioni, tanto non serve a niente. L’unica cosa che interessa in un momento come questo di grande caos è aumentare la polemica e trovare qualcuno da mettere alla gogna. Inutile fare discorsi filosofici o etici, in questo momento l’unica cosa che interessa è sapere se interrogheranno Criscito, Buffon o altri”.
Il portiere della nazionale torna poi sulle sue recenti affermazioni sul calcioscommesse e sulla controversa frase ‘meglio due feriti di un morto’: “Non posso dire quello che realmente il mio cuore e la mia mente pensano. E’ innegabile che ho avuto l’ennesima conferma sul fatto che alla fine le persone perbene, che in merito a certe situazioni hanno la coscienza a posto e non hanno scheletri nell’armadio, non possono dire il proprio pensiero”.
I pm sarebbero infatti intenzionati a chiedere spiegazioni all’estremo difensore. “Il mondo non è né ipocrita né moralista, il mondo sta andando come sta andando, cioè abbastanza male. Ma io credo che la prima cosa da preservare sia sempre la democrazia e la libertà di pensiero, per cui uno di conseguenza accetta le critiche e quello che ne scaturisce, ma nella vita bisogna anche prendersi delle responsabiità e io me le sono sempre prese”, dice Buffon. “Sono deluso, non sono arrabbiato”, precisa il portiere. “Quello che dispiace è che alla fine da gente come voi mi tocca sentire delle paternali”, sottolinea rivolgendosi ai cronisti presenti a Coverciano. “Se avete questa forza allora non ne parliamo proprio e chiedetemi solo il risultato della partita”. Riguardo la possibilità che venga ascoltato dagli inquirenti, Buffon afferma: “Sarò ascoltato dai pm? Quello me lo dovete dire voi, i diretti interessati non sanno mai niente e lo sapete sempre voi prima…”.
“Le parole di Monti? Non mi permetto di proferire verbo sulla questione perché stiamo parlando sempre del presidente del Consiglio, la nostra massima autorità. Sicuramente sarà una persona capace e di buon senso, ma credo che la risposta migliore e vera sia stata quella di Abete”. Gigi Buffon, portiere della Juventus e della nazionale, commenta cosi’ le parole del premier Mario Monti che ha invitato a una riflessione sulla possibilita’ di fermare il calcio per due o tre anni. L’azzurro si dice d’accordo con il presidente federale secondo il quale fermare i campionati non sarebbe la soluzione ai problemi del calcio.
“Se si fermasse il calcio, l’80-85% dei calciatori onesti sarebbe penalizzato”, fa notare Buffon. “Lasciando stare i top player, la maggior parte dei giocatori che smettono si devono reinventare e andare a cercarsi un lavoro”, aggiunge. Il calcioscommesse e la polemica innescata dalle frasi del premier hanno avuto grande risalto sui giornali: “Ieri quasi una regione intera e’ crollata, ma il primo problema sembra sempre il calcio”, dice Buffon alludendo al sisma che ha colpito l’Emilia.