Morte Michael Jackson, difesa di Murray all’attacco

Secondo Allen Metzger, il primo testimone presentato dagli avvocati che difendono il dottor Conrad Murray, accusato di omicidio involontario per aver somministrato alla pop star Michael Jackson, un anestetico troppo potente, il propofol, senza garantire un’adeguata assistenza, due mesi prima di morire il cantante si rivolse a un amico, e suo ex medico personale, per chiedergli medicinali che l’aiutassero a dormire e a superare l’angoscia che gli creava la prospettiva di tornare sul palco.
Da quanto si evince da questa testimonianza pare che la difesa di Murray batterà molto sullo stato di  pressione e di ansia che avevano investito la pop star, tanto da fargli richiedere farmaci sempre più potenti e di sottolineare che si sarebbe somministrato da solo il propofal che risultò essergli letale. Metzger ha detto alla corte di Los Angeles che Jackson gli aveva detto di essere molto contento del concerto che avrebbe dovuto fare a Londra ma era preoccupato per la sua salute, in particolare per l’insonnia che lo tormentava. E così, nell’aprile del 2009, gli aveva chiesto di prescrivergli “una qualche forma di anestetico” da somministrare per endovena, dal momento che i normali sonniferi ormai non funzionavano.