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Sacconi: Con questo clima potrebbe scappare il morto. Camusso: Non inquini una situazione già difficile

“In Italia la violenza politica non si è mai estinta e il contesto oggi è simile a quello di dieci anni fa quando dalla violenza verbale a quella spontanea e organizzata si è arrivati anche all’omicidio com’è accaduto con Marco Biagi“. Così il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi intervistato da Maria Latella a Skytg24, che lancia l’allarme “Non ho paura per me, perché sono protetto. Ho paura invece per le persone che non lo sono e per questo diventare bersaglio della violenza politica”.
Per quanto riguarda i licenziamenti facili, previsti dalle misure presentate dal Governo a Bruxelles il ministro Sacconi ha ribadito che “Il termine licenziamenti facili è falso“. Il governo invece “sta lavorando alle protezioni dei lavoratori”, sperando che “anche le imprese facciano la loro parte. Anche collettivamente”. “L’Europa ha fiducia” nell’Italia e negli impegni anticrisi promessi nella lettera di intenti recapitata al Consiglio Europeo, sottolinea il ministro.
Sacconi poi riflette sulla proposta del senatore del Pd e giuslavorista Pietro Ichino sui tre anni di protezione per i lavoratori licenziati, pubblicata da ‘Libero’. Proposta che racchiude “idee molto simili alle nostre”. “La proposta di Ichino è molto interessante -spiega – noi abbiamo le stesse idee. Proseguiamo su questa strada e non su quella dello scontro imboccata dai sindacati” ha aggiunto raccogliendo così la proposta di cooperazione sull’art.18 lanciata oggi da Ichino dalle pagine del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.
Non si è fatta attendere la replica del segretario delle Cgil Susanna Camusso che dagli studi di “In mezz’ora” di Lucia Annunziata ha detto: “Spero che Sacconi parli perché ha elementi per parlare e non per inquinare un clima che è già difficile”. E assicura: “la temperatura nelle fabbriche non sta salendo”. Poi nel merito del tema dei licenziamenti avverte che il sindacato non intende trattare: “Sul licenziamento non ci sediamo a nessun tavolo con il Governo. Con questo Governo -spiega- non ci sono le condizioni per discutere nemmeno della modifica del contratto di lavoro, ma dobbiamo parlare con Cisl e Uil”. “Le forme di contratto sono 46 ed il Governo le ha tutte rafforzate. Se si azzerassero queste forme sarei disposta a discutere” ha detto ancora Camusso sottolineando che “solo se si partisse dal lavoro precario potremmo aprire la discussione”.