Effetto crisi, in pensione a 66 anni già dal 2013

Nel 2013 l’età effettiva di uscita dal lavoro per vecchiaia per gli uomini e le donne del settore pubblico sarà pari a 66 anni e tre mesi. E’ quanto si evince dal documento spedito a Bruxelles da via XX settembre con il quale il governo uscente risponde alla missiva di trentanove punti spedita dal Commissario Ue Olli Rehn, sulle riforme strutturali e la capacità di centrare gli obiettivi di pareggio di bilancio che sono stati già realizzati tagli alla spesa pubblica pari a 10,7 miliardi nel 2012, 5 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014.
“Un importante cambiamento costituzionale – si legge nel documento – è attualmente in corso per modificare l’articolo 81 della Costituzione italiana e introdurre una regola di pareggio di bilancio, come già adottato in altri Paesi europei e suggerito dall’Unione Europea. Secondo il nuovo articolo, il Governo assicura l’equilibrio di bilancio tra entrate e spese. Ogni legge di bilancio che comportano spese di nuove o maggiori per le finanze pubbliche deve prevedere la propria copertura”.
”La modifica di cui all’art. 81 dice che l’equilibrio di bilancio deve essere garantito per tutto il ciclo economico, che potrebbe implicare ex ante ed ex post controlli con misure correttive. Nessuna spesa in disavanzo e’ consentita, tranne nel caso di eventi eccezionali o profonda recessione economica. In questo caso, la spesa in disavanzo deve essere approvato dalle due Camere del Parlamento con la maggioranza assoluta dei voti sulla deliberazione stessa”, spiega il documento. Il ministero dell’Economia, poi, aggiunge, che ”le maggiori entrate devono essere utilizzate per ridurre il deficit pubblico e il debito”.
Il ministero dell’Economia, poi, dettaglia il lavoro degli esperti incaricati di controllare la spesa e sottolinea che per evitare il ‘taglio lineare’, sono state lasciate le decisioni sulle spesa da ridurre ai ministeri. ”L’importo totale dei tagli di spesa realizzati finora sono: 10,7 miliardi di euro nel 2012, 5 miliardi di euro nel 2013 e 5 miliardi di euro nel 2014”, si legge nella lettera. Per quanto riguarda la riduzione del debito pubblico, il documento inviato a Bruxelles, sottolinea che ”l’emendamento del governo alla legge di stabilita’ 2012 comporta una diminuzione del limite di indebitamento permesso a Regioni e ed enti locali e aggiunge che sono previste sanzioni per chi viola il patto di stabilita’ interno”. Il documento, poi, affronta la dismissione degli immobili pubblici, che includeranno carceri, caserme inutilizzate, ma anche terreni agricoli statali, spiegando che ”le entrate provenienti dalla vendita saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico”.
Inoltre è previsto un ‘rafforzamento della lotta contro l’evasione fiscale”, grazie al miglioramento del modello organizzativo dell’Agenzia delle entrate. ”Un nuovo approccio è stato adottato per migliorare la ‘compliance’ dei contribuenti di grandi dimensioni (con un fatturato complessivo di 100 milioni di euro), anche attraverso l”attività di tutoraggio’, un monitoraggio permanente dei comportamenti e degli atteggiamenti dei contribuenti di grandi dimensioni. Il cosiddetto ‘redditometro’ è attualmente in fase di profonda revisione per aumentarne l’efficacia”. ”Risultati significativi -sottolinea il documento- sono stati compiuti finora nella riscossione delle imposte, per un totale di 1,8 milioni di euro nel 2010 e 1,7 milioni di euro rispetto a gennaio-ottobre 2011. La raccolta totale ammonta ad oltre 8 milioni di euro nel 2010 e raggiungera’ probabilmente 11 milioni di euro nel 2011.
Per quanto riguarda il capitolo pensioni: “Secondo la legislazione attuale, l’età pensionabile per il diritto della pensione ordinaria è di 65 anni per gli uomini. Le donne che lavorano nel settore pubblico possono attualmente andare in pensione a 61 anni, ma a partire dal 1° gennaio 2012 l’età pensionabile è destinata ad aumentare a 65. L’età pensionabile anche per le donne che lavorano nel settore privato è di 60 anni e sarà in costante incremento per portare in linea con l’età pensionabile per tutti gli altri lavoratori”. ”Il pensionamento anticipato è consentito nei seguenti casi: almeno 40 anni di contributi maturati senza alcun requisito di età, almeno 35 anni di contributi maturati e un requisito di età che aumenterà gradualmente da 60 nel 2010 a 62 nel 2013 per dipendenti e da 61 nel 2010 a 63 nel 2013 per i lavoratori autonomi. Dopo aver maturato almeno 36 anni di contributi dà diritto ai lavoratori di poter beneficiare del pensionamento anticipato un anno di anticipo rispetto alle soglie di età di cui sopra.
In entrambi i regimi di pensione ordinaria e l’inizio, l’attuale pay-out delle prestazioni pensionistiche e, quindi, l’attuale età pensionabile, è ulteriormente ritardato di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per i lavoratori autonomi (il cosiddetto ‘meccanismo di finestre’, spiega il documento. ”L’aumento dell’età pensionabile che riflette l’aumento delle aspettativa di vita sarà adeguato di conseguenza in modo da garantire che l’età effettiva di pensionamento per coloro che hanno diritto ad andare in pensione nel 2026 sia infatti di almeno 67 anni. Già nel 2013, l’età effettiva di pensionamento per gli uomini (dipendenti) e le donne del settore pubblico sarà pari a 66 anni e 3 mesi. I lavoratori autonomi andranno in pensione a 66 anni e 9 mesi. Al contrario, in Germania, l’età effettiva di pensionamento nel 2013 avra’ 65 anni e 2 mesi. Entro il 2027, i lavoratori italiani -sia donne che uomini- andra’ in pensione a 67 anni e 7 mesi (o 68 anni e 1 mese se lavoratori autonomi). I lavoratori tedeschi, invece, andranno in pensione un anno prima a 66 e 6 mesi”.
Chiarimenti anche in materia di riforma fiscale e welfere: previste “la riduzione e la razionalizzazione delle imposte sul reddito personale e la revisione delle imposte indirette”. ”Per quanto riguarda la tassazione del lavoro e sul reddito delle persone fisiche (Irpef), in particolare, la ‘legge delega per la Riforma fiscale e assistenziale’ prevede: tre aliquote legali (20%, 30% e 40%) al posto delle attuali cinque aliquote (23%, 27%, 38%, 41% e 43%)”. ”Al fine di assicurare la quantità di risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio previsto con la ‘clausola di salvaguardia’, se la riforma fiscale non sarà adottata entro il 30 settembre 2012 o non produce gli effetti di bilancio previsti, si attuerà un taglio orizzontale (pari al 5% per il 2012 e il 20% dal 2013 in poi) delle esenzioni, esclusioni e regimi fiscali preferenziali. Gli effetti finanziari permettono di raggiungere gli obiettivi previsti di 4 e 16 miliardi di euro per gli anni 2012 e 2013, e 20 miliardi dal 2014 in poi. Inoltre l’aumento di un punto percentuale del tasso dell’Iva ridotta del 10% e di quella ordinaria del 21% può consentire un aumento del gettito fiscale di oltre 6 miliardi di euro. Una revisione delle aliquote di accisa può essere progettata per assicurare entrate fiscali di circa 4 miliardi di euro su base annua”.