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Affollamento delle carceri per il ministro Severino il braccialetto elettronico risolve più dell’amnistia

Per risolvere il problema carceri “servono provvedimenti strutturali e fare qualcosa di più stabile e pensare anche a misure alternative alla detenzione”. Così il ministro della giustizia Paola Severino, nella sua audizione in commissione Giustizia al Senato che ha sottolineato la possibilità di notevoli risparmi con l’utilizzo del braccialetto elettronico quale misura alternativa alla detenzione. Oltre al braccialetto elettronico, la titolare della Giustizia rilancia la detenzione domiciliare, che ”potrebbe essere tra gli obiettivi più immediati” da valutare ma pensa anche all’affidamento in prova, un istituto che c’è in altri Paesi e che in Italia ”per i minori ha funzionato benissimo” e dunque potrebbe dare risultati sul piano del reinserimento sociale. Quanto al piano per l’edilizia carceraria, Severino ha spiegato che presto i benefici verranno dall’ampliamento di alcuni padiglioni di istituti penitenziari, ma il piano nel suo complesso ”richiede tempi lunghi. E’ un rimedio che si può avviare”.
Si potrebbe ”istituire una carta dei diritti e dei doveri di chi è in carcere. Una cosa poco costosa ma molto utile a chi entra in carcere”, ha detto il Guardasigilli. Uno strumento, ha spiegato il ministro, ”da tradurre in varie lingue. Un piccolo catalogo per far sentire meno smarrito chi entra in carcere e non sa cosa gli è vietato fare. Lo aiuterebbe a sottrarsi a forme di approfittamento da parte di chi il sistema lo conosce bene”. Nella carta ci sarebbero ”dalle cose più elementari, come acquistare un pacchetto di caramelle, a come regolarsi per richieste di colloquio”. Un testo che servirebbe ad alleviare le sofferenze della popolazione carceraria, ma sarebbe utile anche ai loro familiari, ”che spesso si aggirano senza sapere che diritti hanno”.
Tornando poi sull’efficienza della macchina giudiziaria, il ministro ha sottolineato che ”il tema dei costi-benefici deve essere bilanciato. Vi devono essere sacrifici che però devono portare a un recupero dell’efficienza”. Con la revisione delle circoscrizione giudiziarie, per esempio, secondo Severino si conseguirebbero ”risparmi notevoli” e sarebbe una delle soluzioni ”che potrebbe portare a recuperare efficienza”. Il Guardasigilli ha quindi fatto notare che in materia ”c’è già una delega e va attuata con criteri oggettivi. Siamo tutti d’accordo nello snellire le circoscrizioni”. Sempre in merito all’efficienza del sistema giustizia, il titolare del dicastero di via Arenula ha citato i ritardi nell’informatizzazione degli uffici, ”realizzata finora in maniera parziale” e che, se completata, potrebbe ”accelerare enormemente la giustizia civile”.
Quindi nella sua audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, Severino, lancia ”un segnale di tranquillità” ai collegni avvocati: ”Nessuno ha mai parlato di abolizione degli ordini” professionali, perché ”liberalizzare non vuole dire consentire a chiunque di svolgere la professione di avvocato, ma liberare gli ostacoli eccessivi all’esercizio delle professioni”. al mondo delle professioni. ”Bisogna fare presto – aggiunge il ministro – perché non è rinviando una riforma che si risolve un problema” che va invece affrontato alla radice per garantire libera concorrenza all’interno dei Paesi. Il rasserenamento e l’apertura al dialogo -conclude Severino- credo siano ottime strade”.