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Riforma del lavoro, il governo vuole incontri separati con i sindacati. Ed è scontro

Riforma del lavoro, il governo vuole incontri separati con i sindacati. Ed è scontro

Il governo non cambia linea. A quanto si apprende, il ministro del Welfare Elsa Fornero è orientata a confermare il metodo degli incontri bilaterali con i sindacati, anche dopo l’appello della Cgil a un tavolo comune.
”Monti non convochi i sindacati separatamente – è infatti la richiesta arrivata dal sindacato di Corso d’Italia – Gli incontri separati stile Sacconi rendono solo tutto più complicato e più lungo. Quindi no a incontri separati”.
Sul tema delle liberalizzazioni, spiega la Cgil su Twitter, ”prima di svendere le aziende di servizio pubblico locale al peggior offerente bisogna spingerne la crescita dimensionale”. Sul tema del lavoro, ”servono progetti su esigenze ed eccellenze Paese, come assetto idrogeologico, energia, trasporti, ambiente, cultura e turismo”; ”serve un Piano del lavoro che tamponi la crisi, crei nuovi posti per giovani e donne, dia prospettiva e speranza al Paese”.
Il Piano del lavoro deve prevedere ”assunzioni incentivate giovani e donne con contratto di inserimento formativo sui progetti Paese che riduca la precarietà; difesa posti di lavoro in crisi e ammortizzatori per chi perde il posto, a ogni età e per ogni azienda”.
Per quanto riguarda la produttività del sistema, secondo la Cgil, bisogna ”agire su trasporto merci, Tpl, banda larga, ricerca, università, logistica, energia, porti. Senza investimenti non si cresce”. Per quanto riguarda invece la ”produttività industriale”, bisogna puntare ad ”investimenti su filiere a maggiore valore aggiunto, conoscenze, saperi, nuove tecnologie di processo e di prodotto”. Per la produttività del lavoro, serve un ”contratto nazionale regolazione universale, contratti aziendali che regolano organizzazione del lavoro e retribuzioni in rapporto a produttività”.
Sul tema dei contratti, sottolinea la Cgil, serve ”un nuovo sistema contrattuale a due livelli (nazionale e aziendale o territoriale) per tutti, dipendenti privati e pubblici”. Per Corso d’Italia bisogna ”abolire l’articolo 8, la follia giuridica di Sacconi”. Per la Cgil, ”i contratti non devono violare le leggi vigenti”. Sul tema delle pensioni, infine, sostiene la Cgil, bisogna ”riaprire discussione e correggere provvedimenti per chi perderà il lavoro e per chi sta maturando i 40 anni”.
Per la Cisl il leader Raffaele Bonanni sottolinea che “al di là della forma, conta la sostanza. Se il governo vuole avviare una fase esplorativa propedeutica ad un negoziato vero, la Cisl non si sottrarrà. Non serve a nessuno introdurre elementi polemici di divisione”.
“Più degli altri, non bisogna avere paura di sé stessi in una trattativa sindacale”, spiega Bonanni in una nota rispondendo così sia alle critiche che la Cgil ha riservato al governo, sia all’esecutivo stesso sugli incontri bilaterali. ”Non serve a nessuno introdurre nel dibattito elementi polemici di divisione che fanno riferimento all’azione del precedente governo, con il quale, tra l’altro, il sindacato, per quanto ci riguarda, ha sempre dialogato ed ha ottenuto risultati concreti. Lasciamo stare il passato. Il problema è con quale spirito il governo Monti intenda ora muoversi nel rapporto con le parti sociali”, aggiunge.
“Se l’obiettivo della fase due è la crescita, solo attraverso un patto sociale si potranno individuare gli strumenti, le risorse e le responsabilità reciproche per raggiungere questo obiettivo. Sono tante le questioni da affrontare sulle quali è opportuno un confronto aperto e costruttivo tra governo, sindacati ed imprese. La concertazione rimane per la Cisl la strada maestra per rafforzare il ruolo del governo Monti in Europa e per la necessaria coesione sociale così indispensabile in questa fase difficile della vita del nostro paese”, conclude Bonanni.
“Al di là della forma degli incontri, vogliamo confrontarci con il governo – afferma dal canto suo il leader Uil, Luigi Angeletti – Ciò che conta è che il governo ascolti e accolga il merito delle proposte sindacali”.
Mentre il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, mette in chiaro: ”Non saranno le modalità dell’incontro con il governo a farci cambiare idea sulle riforme, in ogni caso non ci discosteremo dal nostro obiettivo principale: tenere uniti i lavoratori italiani, per tenere unito il Paese”.