Riforma del lavoro, confronto Camusso-Fornero. La Cgil: Monti sia chiaro con i sindacati

Riforma del mercato del lavoro al via. Sono partiti mercoledì, infatti, a sorpresa, gli incontri informali ‘bilaterali’ annunciati dal ministero del Lavoro Elsa Fornero; primo round, al riparo da telecamere e giornalisti, con la Cgil di Susanna Camusso. Gli incontri proseguiranno la prossima settimana con gli altri leader sindacali e le imprese. Solo al termine di questo giro di ‘consultazioni’ Fornero definirà l’agenda dei temi e stabilirà le modalità per il proseguio del confronto. Obiettivo, conferma il ministro al termine dell’incontro, di arrivare a una riforma “nei tempi brevi indicati dal Presidente del Consiglio Mario Monti”. Un faccia a faccia che Camusso definisce però “un usuale incontro informale per definire l’agenda” auspicando un rapido ritorno a “modalità ordinarie di confronto vero”, dice al termine. Si chiude così una giornata movimentata per i rapporti tra parti sociali e governo iniziata con un nuovo pressing della Cgil su Monti .
E’ stato un nuovo ‘twit’ del sindacato di Corso Italia, infatti, che incalzava l’esecutivo a prendere una posizione chiara sull’esplicita richiesta sindacale di arrivare a un accordo non solo sul lavoro ma globalmente sulla crescita e l’occupazione, a riaccendere la mischia. ”Se il governo Monti vuole un accordo, chiami i sindacati e parli chiaro, individuando obiettivi e strumenti. E’ solo buon senso altrimenti è solo tutto fumo per decidere da soli”, aveva insistito Corso d’Italia, rinviando “a un confronto serio e onesto” più che a una “concertazione stile anni Novanta”. Un messaggio via web che chiamava in causa anche Cisl e Uil che già ieri, dopo un primo twit contro gli incontri separati avevano risposto con una certa irritazione che oggi si trasforma in dura critica a Corso d’Italia. ”Con Cisl e Uil bisogna concordare uno spartito: non si può chiedere ogni giorno la concertazione e poi accettare di fare i solisti stonati”, scriveva la Cgil scatenando la risposta di Bonanni prima e di Angeletti dopo. “Basta con questo teatrino mediatico virtuale senza costrutto. I fatti diranno chi vuole o no la trattativa. Verificheremo nei fatti la reale volontà sia del governo sia delle altri parti sociali di fare una vera trattativa che conduca ad un accordo sui temi della crescita e dell’occupazione”, attaccava il leader Cisl che ribadiva la “tenace determinazione” nel chiedere al governo “un Patto sociale con cui migliorare il mercato del lavoro e incentivare la buona occupazione, rilanciare la crescita con investimenti e liberalizzazioni, sostenere i redditi di lavoratori, pensionati e famiglie con la riforma fiscale”. Critica anche la Uil. “Francamente questa polemica mi sembra eccessiva. Non stiamo a fare questioni di principio o di forma. Quando il Governo ci chiamerà ognuno di noi si presenterà nel modo che riterrà opportuno”, spiegava il leader, Luigi Angeletti.
A riportare la palla al centro, invece, l’Ugl. “Sul tema del lavoro si sta delineando una ‘strategia della confusione’ che fa male ai lavoratori e soprattutto a chi è in cerca di occupazione”, spiegava il segretario generale, Giovanni Centrella, mettendo in guardia da un “pericoloso senso di disorientamento da parte di chi sta cercando di costruirsi o ricostruirsi un futuro, di chi lo sta difendendo”.
E le polemiche Cgil hanno chiamato in causa anche Piero Ichino, del Pd, firmatario di una proposta di riforma del mercato del lavoro alla quale il ministero del Welfare sembra guardare con attenzione; “”E’ pubblicità ingannevole, la sua proposta non cancella la precarietà di oggi e ne aggiungerà nuova domani”, commentava ancora la Cgil. Immediata la risposta. “Mi dispiace che la Cgil insista con questa lettura, ma più di quello che ho scritto e detto, per dimostrare l’esatto contrario non posso fare”, ripeteva. Intanto oggi l’Inps ha fornito i dati su disoccupazione e Cig di novembre. La prima ha registrato un aumento del 2,7% considerato che le domande sono state 126 mila contro le 123 mila del 2010 anche se sono scese quelle di mobilita’, passate dalle 8.700 del 2010 alle 7.000 del 2011, con un calo del 19,6%. Per quel che riguarda la Cig invece nel 2011 sono state autorizzate complessivamente 953 milioni di ore di cassa integrazione (cig), il 20,8% in meno rispetto al 2010. Un dato che sarebbe confermato dal trend del tiraggio Cig che l’Inps prevede ammontare per il 2011 intorno ai 440 milioni di ore contro i circa 600 milioni utilizzati nel 2010 e nel 2009, con una diminuzione di oltre il 25%. Volumi questi che confermano, come spiega lo stesso presidente Antonio Mastrapasqua, “la necessaria attenzione da prestare al complesso di strumenti di ammortizzatori sociali