Cosentino, la Lega a favore dell’arresto ed è scontro con il Pdl

Salvo ulteriori rinvii dopo quello stabilito prima della pausa natalizia, la Giunta delle Autorizzazioni della Camera deciderà domani sulla richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl ed ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, accusato di collusioni con la camorra.
L’organismo di Montecitorio è convocato per le 14 e la votazione rappresenta solo il primo tempo di una partita che si deciderà solo giovedì, quando sarà l’Aula a pronunciarsi in modo definitivo.
In queste ore tutti i riflettori sono puntati sulla Lega, visto che i due membri della Giunta Fulvio Follegot e Luca Paolini saranno determinanti nel far pendere la bilancia da un lato o dall’altro. E stando a quanto dichiarato da Roberto Maroni da loro arriverà un via libera alla richiesta di arresto. Il Carroccio precisa inoltre che voterà a favore della richiesta di arresto anche nell’Aula di Montecitorio.
“Domani – spiega l’ex ministro dell’Interno al termine della segreteria della Lega – i nostri due membri esprimeranno in Giunta il voto favorevole alla richiesta di arresto per Nicola Cosentino e questa è la posizione della Lega. C’è stata una relazione dei nostri due membri della Giunta, che hanno espresso la convinzione che non esiste alcun fumus persecutionis nei confronti del parlamentare”.
Con i 2 esponenti del Carroccio, i sì all’arresto raggiungerebbero quota 11, insieme a 4 membri del Pd, ai 2 del Fli, ai 2 dell’Udc e all’unico esponente dell’Idv. I no sarebbero invece 9, vale a dire i 7 membri del Pdl, il rappresentante di Popolo e territorio e il deputato del Misto Mario Pepe. Da verificare la scelta di Maurizio Turco, deputato radicale eletto nelle liste del Pd.
La scelta della Lega è “una nuova rottura” dei rapporti con il Pdl, “anche se la questione più che politica è un problema di coscienza” ha detto Paolo Romani nel corso della puntata di ‘Porta a Porta’. “Che un partito decida che un signore deve andare in galera e tutti sono d’accordo è una questione politica, ma io mi auguro che ci sia una decisione di coscienza e che ogni deputato decida leggendo le carte su Cosentino”, ha sottolineato l’ex ministro dello Sviluppo.
Quella che si è tenuta oggi nella sede della Lega di via Bellerio è stata una segreteria politica agitata. A quanto si apprende, Maroni avrebbe ritirato la propria candidatura al ruolo di capogruppo della Lega a Montecitorio. E c’è chi racconta di aver udito Bossi dire a Maroni: “Tanto non te lo avrei mai fatto fare”. ‘Capo squadra’ del Carroccio alla Camera dovrebbe dunque restare, salvo sorprese, l’attuale capogruppo dei deputati leghisti Marco Reguzzoni.
Tra i diversi argomenti affrontati, vi è stato anche quello riguardante i presunti fondi all’estero. Su questo Maroni ha chiesto al più presto la convocazione di un Consiglio federale ad hoc. E’ quanto si apprende da ambienti vicini all’ex ministro che, tuttavia, lasciando la sede del Carroccio, su questo non ha voluto lasciare alcuna dichiarazione.
Mentre la vicenda esplode in Rete, con commenti al veleno postati sul sito – non ufficiale – dei giovani ‘lumbard’. “Padania ladrona la Tanzania non perdona”, recita uno dei tanti topic spuntati come funghi dopo che la notizia sugli investimenti fuori confine del Carroccio ha preso a circolare. “Poveri militanti della Lega – scrive ‘forever94′ – vittime dello spread stellare esistente tra le parole dei suoi vertici e la realtà”. ”Alla faccia dei tanti militanti che, mano al portafoglio – incalza – sostengono i propri sogni in camicia verde e le ambizioni dei vari Trota della situazione”. “Calderoli dove sei? Non dici niente? Ti interessa solo il cotechino del prof Monti?”, chiede polemico ‘antogismo’, richiamando il casus belli della festa di fine anno a Palazzo Grazioli.