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Monti alla Camera: no a nuovi vincoli dalla Ue. Ora bisogna pensare alla crescita

Monti alla Camera: no a nuovi vincoli dalla Ue. Ora bisogna pensare alla crescita


”L’Italia deve giocare un ruolo attivo per condurre l’Europa su un cammino di stabilità e crescita”. E’ l’impegno indicato dal premier, Mario Monti, nell’informativa all’Aula della Camera.
”E’ quasi indissociabile – ha sottolineato – l’azione che conduciamo all’interno del Paese con politiche di crescita e risanamento rispetto all’azione che conduciamo in Europa”. Il premier ha spiegato come ”l’agenda europea in queste settimane sia concentrata su due tematiche: una è quella del perfezionamento dei sistemi di disciplina di bilancio, l’altra, nuova e complementare alla prima, sulla quale stiamo particolarmente spingendo, è l’agenda della crescita”.
L’esito del Consiglio europeo dell’8 e 9 dicembre scorsi è stato ”soddisfacente solo in parte”. ”Gli osservatori – ha evidenziato Monti – hanno percepito una timidezza nella conclusioni su crescita e una inadaguetezza sulle munizioni per combattere il contagio finanziario. In quell’occasione è stato deciso di varare al più presto un accordo o trattato sul fiscal compact che non sarà a 27, a causa della non adesione del Regno Unito”.
Tra gli obiettivi perseguiti dall’Italia, ha proseguito Monti, c’è quello, sul fronte della disciplina delle finanze pubbliche, di ” evitare che si introducano vincoli più rigidi, limiti procedure e ulteriori sanzioni rispetto a quelli esistenti nell’ambito del patto di stabilità e crescita”. Inoltre, ”se l’obiettivo dichiarato è anche quello di dotare la Ue di un più solido pilastro economico, è necessario – ha insistito Monti – bilanciare norme di disciplina con disposizioni volte a crescita e competitività”.
”Bisogna sfruttare tutto il potenziale che un continente integrato può offrire per crescere di più. E questo finora non è stato fatto né dalle istituzioni europee né dagli Stati membri”, ha sottolineato. “Non si può pensare che la crescita derivi da un allargamento ampio della domanda attraverso il disavanzo. Sarebbe una crescita effimera”, ha spiegato il premier, precisando che il Consiglio europeo straordinario, previsto per il 30 gennaio, è stato anticipato al 29 gennaio ”per motivi tecnici”.
”L’Italia deve dare e confermare, nella realtà e nelle apparenze, l’immagine di un Paese maturo che non cede di un millimetro” sulla linea del rigore, evitando però ”di cadere preda di un formalismo eccessivo”, ha sottolineato Monti.
“In varie occasioni del futuro, la lunghezza del quale sfugge alla capacità di previsione di chi vi parla, vorrei poter sollecitare e ottenere il contributo del Parlamento per dare concretezza di articolazione alle proposte italiane per la politica della crescita”, ha affermato.
”Il concorso e l’appoggio del Parlamento è fondamentale”, ha poi ribadito il premier parlando del metodo per superare la crisi economica in sede europea. “E’ molto importante che ci sia dietro l’azione del governo, ma vorrei dire sopra e prima dell’azione del governo, l’orientamento del Parlamento” sui temi della difficile situazione economica europea, ha affermato.
“Il poter archiviare per cominciare ad applicare, non archiviare per dimenticare, il trattato sul fiscal compact ci darà maggiore possibilità di concentrarci sugli obiettivi della crescita”, ha affermato il presidente del Consiglio nel suo intervento alla Camera. “E’ un argomento – ha aggiunto – che uso molto con la cancelliera Merkel: una maggiore crescita è anche nel medio termine condizione indispensabile per la stessa sostenibilità della disciplina finanziaria”.
Una volta “acquisito” l’accordo europeo sul ‘fiscal compact’, e grazie all’inserimento del pareggio di bilancio nelle Costituzioni dei vari Stati il “contesto europeo sarà strutturato in una disciplina di bilancio”, “può darsi che la Bce si senta più rilassata”, ha spiegato.
“L’obbligo di rientro del rapporto debito pubblico-Pil dalla situazione in cui ogni Paese si trova attualmente all’obiettivo del 60 per cento da farsi in vent’anni gradualmente è già legge europea nel cosiddetto Six Pack ed è stata accettata dal governo dell’epoca con negoziati che hanno avuto luogo tra due e un anno fa”, ha affermato.
“Quindi – ha aggiunto – non è una nuova introduzione di questo severo ma fattibile percorso di rientro. Così come non è una novità introdotta dal governo attualmente l’obiettivo, già definito con le autorità europee dal precedente governo, di ridurre a zero il disavanzo pubblico per l’anno 2013. Ci muoviamo in un quadro di rigore e continuità”.
L’ex ministro degli Esteri e deputato del Pdl, Franco Frattini, nel suo intervento in Aula, ha dichiarato: ”Servono scelte coraggiose nella sostanza. Se il castello europeo crolla per l’egoismo di qualcuno, tutti insieme cadremo. Presidente Monti, noi abbiamo fatto i compiti, ora l’Europa faccia il suo compito”.
Massimo D’Alema ha sollecitato Monti ad impegnarsi in una “strategia” per la crescita che comprenda una “coerente azione nazionale ma anche una visione europea”. “L’Italia sia schierata dalla parte di chi crede nell’Europa”, perché, ha spiegato, “il peso dell’Italia può essere importante. Tanto più che nell’Italia si torna ad avere fiducia, e di questo dobbiamo essere grati a lei e al suo governo”.
Daniele Molgora della Lega in aula alla Camera ha annunciato: “Di fronte ai sacrifici che ha imposto, noi manifesteremo domenica 22 gennaio a Milano con la nostra gente”. “Il popolo ridotto in schiavitù prima o poi si ribella”, ha aggiunto.