La Bce da’ una speranza: Nel 2012 ripresa in zona euro ma i rischi al ribasso restano alti

Nel corso del 2012 ”l’attività economica dell’area dell’euro dovrebbe registrare una ripresa, seppure molto graduale, favorita dall’andamento della domanda mondiale, dai tassi di interesse a breve termine assai contenuti e da tutte le misure intraprese per sostenere il funzionamento del settore finanziario”. Lo sostiene la Bce nel bollettino di gennaio.Le perduranti tensioni nei mercati finanziari, rileva la Bce nel bollettino, ”continuano a frenare l’attività economica nell’area dell’euro, mentre secondo alcuni indicatori basati sulle recenti indagini congiunturali vi sono timidi segnali di una stabilizzazione dell’attività su livelli contenuti”.
Le prospettive economiche, sottolinea l’Eurotower, ”restano soggette a elevata incertezza e considerevoli rischi al ribasso. In tali circostanze le pressioni su costi, salari e prezzi nell’area dell’euro dovrebbero rimanere modeste e i tassi di inflazione dovrebbero seguire un profilo coerente con la stabilità dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria”.
‘Le ulteriori misure di austerità annunciate da alcuni governi hanno contribuito ad attenuare le tensioni nei mercati”, dice la Bce rilevando che i dati di bilancio peggiori di quelli attesi in alcuni Paesi, il rischio di declassamento e i timori sulla solidità delle banche hanno esercitato pressioni al rialzo su alcuni differenziali di rendimento delle obbligazioni sovrane.
A dicembre e agli inizi di gennaio, rileva, ”il calo dei rendimenti sui titoli di Stato a lungo termine dell’area dell’euro con rating AAA è stato maggiore di quello che ha riguardato i rendimenti dei corrispondenti titoli di Stato statunitensi”. Gli andamenti recenti dei rendimenti sui titoli di Stato, sottolinea l’Eurotower nel bollettino di gennaio, ”hanno rispecchiato la pubblicazione di dati economici contrastanti: i dati statunitensi si sono dimostrati in generale sorprendentemente positivi, mentre vi sono stati segnali di deterioramento nell’area dell’euro”.
La dinamica dei rendimenti sui titoli di Stato dell’area dell’euro e, in qualche misura, anche degli Stati Uniti, sottolinea la Bce, ”ha continuato a rispecchiare le tensioni associate alla crisi del debito sovrano nell’area dell’euro. Sul clima di mercato hanno pesato la pubblicazione di dati di bilancio peggiori degli attesi per alcuni paesi dell’area dell’euro e il rischio di declassamento incombente su molti paesi dell’area”.
L’incertezza sulla futura evoluzione dei mercati obbligazionari, misurata dalla volatilità implicita di questi ultimi, rileva la Bce, ”è diminuita sia nell’area dell’euro sia negli Usa. I differenziali di rendimento delle obbligazioni sovrane all’interno dell’area dell’euro si sono lievemente ristretti per la maggior parte dei Paesi”. Allo stesso tempo gli indicatori delle attese di inflazione desunti dai mercati, aggiunge, ”indicano che le aspettative di inflazione degli operatori di mercato rimangono pienamente coerenti con la stabilità dei prezzi”.
”Ora è necessario rendere operativi urgentemente” l’Efsf, il cosiddetto fondo salva Stati, e il Meccanismo europeo di stabilità, ha ribadito. Il nuovo patto di bilancio (fiscal compact), che coniuga una fondamentale ridefinizione delle regole di bilancio e gli impegni assunti dai governi dei paesi dell’area dell’euro con riferimento ai conti pubblici, sottolinea ancora la Bce, ”rappresenta un importante contributo in vista di assicurare la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche nei paesi dell’area. La formulazione delle regole deve essere efficace e priva di ambiguità”.
L’inflazione nell’area dell’euro ”si manterrà probabilmente su livelli superiori al 2% per diversi mesi a venire, prima di scendere al di sotto di tale valore”, ha affermato la Bce.
Per accompagnare il riequilibrio dei conti pubblici urgono ”riforme strutturali audaci e ambiziose”, ribadisce la Bce che chiede ”una rapida attuazione a riforme chiave per aiutare i Paesi dell’area dell’euro ad accrescere la competitività e a migliorare il potenziale di crescita”.
La Bce sottolinea pi che ”le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro si stanno deteriorando. La crescita dell’occupazione è divenuta negativa e il tasso di disoccupazione ha iniziato a salire leggermente. I dati delle indagini anticipano un ulteriore indebolimento”.
Infine, a proposito dei carburanti, la Bce nota come in Eurolandia tra il 2010 e il 2011 la benzina è aumentata di 16 cents a 151 cents al litro. Il gasolio (+20 cents) è cresciuto in modo più consistente a 135 cents. Oltre al rincaro del greggio (+12,7 cents) ha pesato sul prezzo l’aumento delle imposte: su benzina +4,2 cents, su gasolio +4,8 cents.