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Appello a non dimenticare. Napolitano si commuove: Combattere negazionismo e antisemitismo

“Rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di violenza”, anche se “marginali”, sono “da stroncare sul nascere”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento alla cerimonia in occasione del Giorno della Memoria al Quirinale.
La Shoah è stata “una tragedia dell’Europa” e il suo ricordo “sta toccando livelli sempre più alti di consapevole partecipazione” ha sottolineato il capo dello Stato. A questa “consapevole partecipazione” ha certamente concorso l’istituzione del Giorno della Memoria, “per l’impulso che ha suscitato e propagato, in Italia, nelle istituzioni, nella scuola, nell’informazione, nella coscienza pubblica e in special modo tra le giovani generazioni”.
Per Napolitano “la conquista della creazione di una giurisprudenza comune dei diritti umani”, va coltivata “contro ogni regressione”. Occorre inoltre essere “vigilanti e fermi contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico, nel rifiuto del diverso”.
Il capo dello Stato si è poi emozionato nel ricordare la visita compiuta vent’anni fa ad Auschwitz insieme a Giovanni Spadolini in rappresentanza del Parlamento italiano.
Nel messaggio per il Giorno della Memoria il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha sottolineato che “la crisi (ogni crisi, aggiungo) per essere superata richiede di guardare in avanti con coraggio, con speranza, ma anche di riscoprire le proprie radici. La Memoria della Shoah è la parte costitutiva di queste radici”.
“Durante l’anno appena trascorso – ricorda il premier – l’Italia ha rinnovato la memoria della sua nascita come Stato unitario e nel corso delle celebrazioni è stato dato un giusto e grato rilievo al contributo apportato dalla comunità ebraica e da tanti illustri italiani ad essa appartenenti. Con il nuovo anno ci apprestiamo a celebrare, ancora una volta, il Giorno della Memoria, triste e consolidata ricorrenza del 27 gennaio, che vede la comunità ebraica dolorosamente protagonista nel ricordo della disumana criminalità nazista che ha generato la tragedia della Shoah”.
”Il nostro Paese – afferma ancora Monti – ha tratto insegnamento dagli errori e dagli orrori del passato e da questi ha costruito la sua identità sui valori di dignità umana, libertà, democrazia e uguaglianza: gli stessi valori sui quali è nata e si è rafforzata l’Unione europea. Oggi più che mai la storia e la sua memoria chiedono l’impegno ed il coraggio di tutti ad ogni livello”.
“L’Italia e l’Europa stanno vivendo un periodo delicato – rimarca il premier – crisi economica, ma soprattutto rischio di crisi di valori. In questo contesto, più che mai, occorre vigilare perché rigurgiti di antisemitismo, xenofobia, intolleranza non intacchino i nostri valori fondanti, vanificando lo sforzo che tutti insieme stiamo compiendo per consolidare la nostra convivenza civile”.
Il presidente del Consiglio conclude il messaggio rivolgendo il ”pensiero alla comunità ebraica, rinnovando l’impegno delle Istituzioni perché la Memoria resti viva nella coscienza personale e collettiva di tutti gli Italiani”.
Il ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, intervenendo nel corso del programma Rai ‘Radio Anch’io’, ha sottolineato come ci sia ”sempre il rischio di ritualizzare questa memoria come un dovere che bisogna compiere. Ma la vicenda della Shoah è un fatto costitutivo della nostra identità europea, un dramma che non si può dimenticare, perché è la pagina che noi abbiamo voltato proprio in quel 27 gennaio del 1945, quando cadevano i cancelli di Auschwitz”. “In quel giorno, abbiamo cominciato a dire no a quell’orrore – ricorda ancora Riccardi – In tal senso, il Giorno della Memoria deve essere un ritornare su quegli eventi tragici, per capire le radici della nostra civiltà, che sono quelle di dire no a quel fatto orribile, a quell’abisso di male che ha segnato l’Europa”.
Avverte Riccardi: “Il negazionismo è pericoloso; ma questa forma di relativismo che è la relativizzazione della Shoah, affogandola tra le altre tragedie, è ancora più pericolosa”. E osserva: “La Shoah si collega certamente ad altre tragedie: nella storia dell’Europa abbiamo avuto tanti stermini, abbiamo avuto i gulag. Ma la Shoah è un po’ la somma di tutte queste tragedie. Dopo la Shoah, noi abbiamo deciso che quegli eventi, quei fatti, non devono più succedere. E’ un punto di riferimento della Storia. Se si ‘annega’ la Shoah, allora sbandiamo e perdiamo il punto di riferimento. Tutti dobbiamo misurarci con la Shoah”.