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Ustica, l’Avvocatura dice no ai risarcimenti. La rabbia dei familiari delle vittime

La sospensione dei risarcimenti per i familiari delle vittime della strage di Ustica, del 27 giugno 1980, è stata chiesta oggi dall’Avvocatura dello Stato alla prima sezione della Corte d’Appello di Palermo, dove si è celebrata la prima udienza del processo d’appello che vede alla sbarra i ministeri della Difesa e dei Trasporti. In primo grado i due ministeri erano stati condannati a risarcire 86 familiari delle vittime del DC9 che misteriosamente cadde in mare, con oltre 110 milioni di euro.
La difesa dei familiari delle vittime si è opposta alla richiesta avanzata dall’Avvocatura dello Stato. Spetta adesso alla Corte d’Appello, presieduta da Rocco Camerata Scovazzo, decidere d’accogliere l’istanza.
”Siamo stanchi di avere dettata la verità dall’Aeronautica militare – ha detto l’avvocato Daniele Osnato, legale dei parenti delle vittime – . Il codice di procedura penale ci consente di svolgere attività investigative private, noi le stiamo svolgendo”. ”Che ci sia stata una valutazione da parte dell’Aeronautica stessa sull’incidente di Ramstein – aggiunge Osnato – è un fatto loro. Ma ciò non ci comporta un impedimento a fare indagini difensive autonome. Soprattutto se si considera l’inaffidabilità delle indagini, svolte dall’Aeronautica sui fatti di Ustica e l’inaffidabilità delle informazioni trasmesse ai magistrati così come verificato nella sentenza del Tribunale di Palermo a firma della dottoressa Proto Pisani”.