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Monti completa la mission a Wall Street. “L’Italia fuori dall’euro?” Il premier ironico: una sceneggiatura da thriller

Monti completa la mission a Wall Street. “L’Italia fuori dall’euro?” Il premier ironico: una sceneggiatura da thriller

Fermezza, convinzione e una buona dose di ottimismo. Per sua stessa ammissione, “ci vorrà del tempo”, è vero, ma il premier Mario Monti sa bene che anche con questi ingredienti, oltre che con politiche economiche assennate e riforme, si costruisce la fiducia dei mercati. Ed è questo, in fondo, il senso della sua seconda giornata in America: nella capitale della finanza, New York, dopo aver fatto il pieno di consensi nella capitale della politica, Washington. Non a caso ai microfoni del canale finanziario americano Cnbc risponde secco: “Non credo in un default della Grecia”. E poi, in rapida successione: “Con o senza default, non vedo la Grecia lasciare l’Eurozona” e “la distanza tra la Grecia e l’Italia, soprattutto dal punto di vista dei mercati, è più ampia oggi di quanto non fosse a settembre, a ottobre o anche a novembre” e quindi “non ci sono riflessi automatici tra le due situazioni”.Nelle sue risposte neppure un condizionale. Anzi, il premier smonta con un sorriso anche la domanda-provocazione della conduttrice di ‘Closing Bell’, Maria Bartiromo, la giornalista economica più conosciuta della Tv americana: “se la Grecia andasse in default e uscisse dall’Eurozona, l’Italia prenderebbe in considerazione di seguirla?”. “Lei va molto veloce, risponde, cosa che stimola le menti ed eccita i mercati, e non dovrebbero”. Questa, insomma, a detta di Monti, potrebbe essere al massimo la sceneggiatura di “un thriller”. Oggi, ha poi aggiunto il Professore, è importante rilevare che “la governance europea è migliorata e che la crisi dell’Eurozona è quasi superata”, cosa che aiuterà l’Ue a “metter da parte divisioni e risentimenti così lontani dall’obiettivo che dovrebbe essere quello di lavorare insieme”.

Prima dell’intervista rilasciata in esclusiva a Cnbc, nel tempio della finanza Usa, Wall Street, il premier si è recato nella sede del New York Times e in quella dell’agenzia Bloomberg, dove ha incontrato magnati come George Soros, assieme ai vertici di alcuni dei principali fondi americani di investimento. Un altro giro di incontri a sua detta soddisfacenti: le ricadute non saranno immediate ma il Professore crede di aver convinto gli investitori. Arriva, secondo indiscrezioni, con qualche minuto di ritardo all’appuntamento con ‘Closing Bell’, trasmissione quotidiana a cavallo della chiusura di Wall Street, per fare ancora il punto sulla situazione italiana e sulla crisi dell’Eurozona. Sottolinea quindi come l’appoggio ricevuto dalla Casa Bianca sia politico perché “di risorse finanziarie non abbiamo certo bisogno”. E, continua, “sono anche fiducioso sul fatto che le nostre riforme resteranno in piedi” anche dopo la scadenza naturale del governo: “in passato non furono fatte a causa del loro elevato costo politico ma per noi questo costo non è rilevante – ha spiegato – e quando i partiti torneranno al governo non avranno interesse a disfarle”.

Nessuna sorpresa per il declassamento delle banche italiane operato dall’agenzia di rating Standard&Poors, scaturito da “decisioni che erano già state prese e da valutazioni precedenti” mentre, insiste il premier, “l’Italia raggiungerà la parità di bilancio nel 2013, due anni prima di altri Paesi Ue”. “I firewall dell’Ue sono abbastanza forti?”, chiede la giornalista. Piu’ lo saranno – chiarisce Monti – “meno è probabile che si debba utilizzarli”. I muri per proteggere l’Ue da un’eventuale espansione della crisi, fa capire, dovranno fungere da deterrenti, per questo sono importanti una governance efficace ed adeguate risorse per il fondo salva stati. “Non credo che l’Italia, con la politica attuale, ne avrà bisogno, ma è nell’interesse della zona euro dotarsi di firewall più alti”, ha concluso.