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Processo Mills, requisitoria dei pm: “C’è la prova della colpa di Berlusconi”. Inutili i tentativi dell’avvocato Ghedini di far ascoltare altri 60 testi

Dopo la bocciatura – arrivata dopo circa 3 ore di camera di consiglio – anche delle ultime richieste formulate dalla difesa dell’ex premier rappresentata da Niccolò Ghedini e Pietro Longo, il presidente del collegio Francesca Vitale ha dato la parola al pm Fabio De Pasquale.
Una decisione non gradita a Ghedini che ha messo a verbale che i difensori valuteranno “nel prosieguo della prossima udienza l’opportunità della loro permanenza nel processo”. I legali di Berlusconi hanno infatti dato battaglia fino all’ultimo cercando di allungare i tempi del processo e portarlo così a prescrizione certa. «C’è la prova della responsabilità di Silvio Berlusconi e sta nella sentenza con cui la Cassazione, prosciogliendo per prescrizione David Mills, ne affermava la responsabilità». Con queste parole il pm Fabio De Pasquale ha iniziato la requisitoria alla fine della quale chiederà la condanna dell’ex presidente del Consiglio per corruzione in atti giudiziari, cioè per aver comparato con 600mila dollari due false testimonianze di Mills in altrettanti processi. «Per noi quella sentenza è un punto di riferimento probatorio, perché la sentenza della Suprema corte richiama le due condanne di Milano in primo e in secondo grado», ha concluso sul punto il pm.
Oggi Ghedini e Longo hanno tentato la carta della riapertura del dibattimento per ascoltare una sessantina di nuovi testi e, dopo il ‘no’ del collegio giudicante, hanno rilanciato chiedendo di leggere in aula le dichiarazioni dei testi non sentiti in udienza incassando un altro no.
“La garanzia del cittadino prevale sulla pretesa punitiva dello Stato”, aveva affermato Ghedini a suffragio delle sue richieste. “E’ motivo di angoscia in questi giorni per noi – aveva proseguito – al di là di quello che sarà il risultato. Gli avvocati non vincono e non perdono mai, vogliono solo che si applichino le stesse regole dell’accusa per difendere al meglio il proprio assistito”.

Dopo circa 3 ore di camera di consiglio i giudici milanesi del processo Mills, dove e’ imputato Silvio Berlusconi, hanno bocciato anche le ultime richieste formulate dalla difesa relative, in particolare, alla necessita’ di leggere in aula le dichiarazioni dei testi non sentiti in udienza.
“Non ho molto da dire, è una vicenda che mi riposta a 20 anni fa, nei processi di mafia era stato utilizzato questo formalismo di rileggere tutti gli atti in aula”, ha detto il pm Fabio De Pasquale.
Insorge il Pdl: “i pubblici ministeri di Milano del processo Mills usano parole insultanti. Il comportamento loro e del tribunale è quello tipico di un tribunale speciale. Il Csm ci dia un’occhiata”, ha detto Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl.