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Fiat, crollano le vendite a febbraio (-19%). Ma negli Usa la Chrysler vola

Fiat, crollano le vendite a febbraio (-19%). Ma negli Usa la Chrysler vola
Non si ferma il crollo del mercato automobilistico italiano che a febbraio, in base ai dati diffusi dal Ministero dei trasporti, ha registrato presso la Motorizzazione l’immatricolazione di 130.661 auto nuove, con una variazione di -18,94% rispetto allo stesso mese del 2011, quando le immatricolazioni furono 161.194. Il forte calo delle vendite del mese passato segue quello di gennaio che ha visto l’immatricolazione 137.579 autovetture, -16,65% su gennaio 2011.
Nei primi due mesi dell’anno, pertanto, sono state immatricolate in totale 268.240 autovetture, con una variazione di -17,78% rispetto al periodo gennaio-febbraio del 2011, quando le vendite di auto nuove furono 326.265.
A febbraio inoltre sono stati registrati 339.756 trasferimenti di proprieta’ di auto usate, anche qui con un netto calo (-16,82%) rispetto allo stesso mese del 2011 (allora furono 408.440). Per i primi due mesi del 2012 il calo nei trasferimenti di proprieta’ di auto usate e’ del 10,90% sullo stesso periodo dell’anno passato.
A livello di marchi, domina ovviamente il segno negativo con pochissime eccezioni, limitate ai costruttori coreani (Hyundai aumenta le immatricolazioni dell’11,59% a 4.053 unita’ e Kia del 43,53% a 2.734 vetture), alla low-cost Dacia (+22,83% a 2.340 unita’), a Chevrolet (+17,50% a 3.088 unita’), a Mini (+15,42% a 1.752 vetture) oltre che a Land-Rover (+26,55% a 1.120 vetture, sull’onda del lancio del nuovo Evoque). Bene anche Chrysler/Jeep/Dodge con un balzo del 20,06% a 748 unita’. Nonostante le nuove misure fiscali sulle auto piu’ potenti, migliora i propri risultati anche Porsche, con un incremento delle immatricolazioni dell’1,27% a 319 unita’.
Fra i principali costruttori europei e giapponesi, invece, si segnalano forti perdite, a partire da Fiat, che perde 7 mila unita’, scendendo a 25.123 immatricolazioni , -21,79%. A febbraio sono 37 mila le immatricolazioni del Lingotto in Italia, per una quota del 28,3%.
Male anche Ford, che perde il secondo posto in classifica con vendite in calo del 28,70% a 10,596 unita’. Il sorpasso e’ operato da Volkswagen, stabile con 11,287 immatricolazioni (-0.08%). Ma il segno rosso riguarda sia i marchi premium (Audi -36,11%, Bmw, 14,05%, Mercedes -13,93%) che i generalisti (Opel, -39,99%, Renault -32,18%, Peugeot -24,62%).
Fra i marchi italiani, tiene Lancia (-3,08% a 7.072 vetture), mentre va peggio Alfa Romeo (-35,54% a 4.041 vetture). Spicca, infine, il crollo di DR, il piccolo marchio che dovrebbe assumere il controllo dello stabilimento di Termini Imerese: per il gruppo molisano di Di Risio febbraio si e’ chiuso con un crollo dell’82,07% delle vendite, scese a sole 71 unita’.
Con i dati di febbraio sono “confermate le previsioni funeste di Federauto” di tre giorni fa: un risultato reso meno pesante, tuttavia, dall’iniezione di vetture a km zero, sottolinea l’associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia in un comunicato in cui evidenzia come negli ultimi 3 giorni di febbraio, grazie soprattutto alle autoimmatricolazioni in capo alle case automobilistiche e ai concessionari “si e’ passati da un progressivo del -35,3% a un consuntivo del -18,94%: un’iniezione pesantissima che pero’ non ha arginato la debacle”.
“Il -18,94% nudo e crudo – spiega Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto – non rende giustizia alla drammaticita’ del dato. Tutt’altra cosa se aggiungiamo un paio di considerazioni. Il 2011, con 1.748.000 immatricolazioni, era stato gia’ un anno terribile. Fare peggio portera’ a conseguenze disastrose”. “E se proiettiamo il progressivo dal 1 gennaio, sull’intero 2012, otteniamo una previsione di chiusura attorno a 1.500.000 pezzi – osserva – Ovvero -500.000 pezzi rispetto alla media degli ultimi 4 anni.”
Per questo Pavan Bernacchi rilancia l’appello al Governo a fare presto, ricordando di avere il mese scorso presentato un piano organico per il rilancio della nostra filiera: “Abbiamo bisogno di risposte immediate, di un intervento strutturale perche’, lo voglio sottolineare, quando si parla di auto si tende a parlare di fabbriche, ma la distribuzione e’ altrettanto importante in termini di occupati e fatturati.”