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Processo Dell’Utri: appello da rifare. La Cassazione annulla la condanna a sette anni.

Processo Dell’Utri: appello da rifare. La Cassazione annulla la condanna a sette anni.

Processo Dell’Utri da rifare. La quinta sezione penale della Cassazione, dopo tre ore di camera di consiglio, ha deciso di annullare la sentenza di condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d’Appello di Palermo, accogliendo le richieste della Procura generale e dichiarando inammissibile il ricorso del pm di Palermo Antonino Gatto che chiedeva di inasprire la condanna nei confronti. Il pm di Palermo lamentava la scarsa rilevanza data alle dichiarazioni del pentito Spatuzza che aveva parlato di “un vero e proprio patto tra Cosa nostra e Forza Italia”. Una tesi bocciata dalla Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso. A questo punto la vicenda di Dell’Utri dovrà essere nuovamente esaminata dalla stessa Corte d’Appello di Palermo. In ogni caso, in base al conteggio, la prescrizione per Dell’Utri dovrebbe maturare nella seconda metà del 2014, rendendo quindi possibile la conclusione anche di questo nuovo procedimento.

Dell’Utri che ha atteso la sentenza a Milano, ha accolto ”con sollievo” la decisione della Cassazione. ”Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena”, è il commento del senatore ad uno dei suoi legali, l’avvocato Massimo Krogh.

La Procura della Cassazione aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso dei colleghi di Palermo che chiedevano una condanna più pesante per Dell’Utri sostenendo che il reato non si dovrebbe interrompere al 1992 ma dovrebbe anche essere considerato per l’epoca successiva nella fase politica dell’impegno di Dell’Utri. La difesa del senatore Pdl puntava invece all’assoluzione.

”Concediamo a Marcello Dell’Utri il ragionevole dubbio”. Non come privilegio ma perché non c’è la prova che nella sua condotta il senatore Pdl abbia realizzato il concorso esterno in associazione mafiosa. E’ per questa ragione che il pg della Cassazione Mauro Iacoviello chiedendo l’inammissibilità del ricorso della Procura di Palermo e l’accoglimento di quello della difesa di Dell’Utri, aveva sollecitato ai giudici della quinta sezione penale un nuovo processo davanti alla Corte d’Appello di Palermo.

”In pratica – ha sostenuto il pg nella sua requisitoria - manca il capo di imputazione nella condotta di Dell’Utri perché secondo la Corte d’Appello si sarebbe realizzato il concorso semplice fino al 1982, poi sarebbe diventato concorso esterno fino al 1992. Che tesi è? Sareste i primi a sostenerla”. In pratica, secondo la pubblica accusa di Piazza Cavour, ”il concorso esterno in associazione mafiosa è diventato un reato autonomo. A questo reato non ci crede più nessuno. E non ne faccio -ha precisato Iacoviello- una questione a favore dell’imputato”.

Il senatore l’11 dicembre 2004 era stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni di reclusioneper concorso esterno in associazione mafiosa proprio perché l’accordo con la mafia e, in particolare, con i fratelli Graviano, era stato ritenuto provato dopo il 1993. In secondo grado, il 29 giugno 2010, la Corte d’appello di Palermo ha ridotto la pena a 7 anni perché, nonostante l’apporto del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, non ha ritenuto provata l’esistenza di questo patto nella fase politica dell’impegno di Dell’Utri. In pratica, il senatore Pdl è stato ritenuto colpevole fino al 1992 mentre è stato assolto “perché il fatto non sussiste” da quanto contestato negli anni successivi.

 

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