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Conto alla rovescia per i due italiani rapiti in India: scade stasera l’ultimatum. I maoisti: Liberare i prigionieri politici

 

 

(olycom)

La Farnesina conferma il rapimento e l’identità di due italiani in India. Si tratta di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Il sequestro, da parte di un gruppo maoista, è stato confermato anche dal capo della polizia dello stato indiano dell’Orissa, Manmohan Praharaj.
L’unità di crisi è in strettissimo contatto con le famiglie di entrambi i connazionali. L’ambasciatore italiano in India, Giacomo Sanfelice, si e’ subito attivato presso le autorita’ indiane a livello centrale, precisano ancora le fonti della Farnesina, e a livello locale attraverso il console generale a Calcutta, Joel Melchiori, partito per Bhubaneswar, capitale dello stato dell’Orissa, dove sono stati rapiti i due italiani.
I rapitori hanno diffuso una rivendicazione in cui chiedono la liberazione dei prigionieri politici e la fine dell’operazione ‘Green hunt’, lanciata nel novembre del 2009 dal governo indiano contro i ribelli maoisti della regione. “Abbiamo catturato due italiani e abbiamo fissato una scadenza per domenica sera”. “Il governo – avvertono i sequestratori – se non rispetterà le richieste e l’ultimatum sarà l’unico responsabile di ciò che accadrà ai turisti”.
Il gruppo maoista chiede alle autorita’ di Orissa di fermare entro oggi le operazioni di polizia nello stato contro la loro guerriglia. L’ultimatum è contenuto nell’audio messaggio con cui hanno rivendicato il rapimento e posto 13 condizioni per il rilascio dei due ostaggi, indicando in domenica sera la scadenza dell’ultimatum stesso. Inoltre i maoisti chiedono al governo di avviare un processo di dialogo con loro. Nelle comunicazioni ai media locali, i maoisti hanno detto che i turisti italiani sono stati presi in ostaggio mentre facevano fotografie alle zone piu’ interne abitate dalla tribu’ nonostante un divieto del governo locale a fare queste fotografie. Le condizioni poste dai maoisti includono lo stop delle cosiddette anti-Naxal operation, l’archiviamento dei processi contro i leader tribali in prigione per casi connessi ai gruppi maoisti e il rilascio di un esponente del gruppo del distretto di Malkangiri.
Dietro il rapimento si ritiene che vi sia il leader maoista Sabyasachi Panda, secondo quanto riporta il sito di Times of India sottolineando che con questa azione, e la conseguente visibilita’, Panda sta cercando di riaffermare la sua posizione rispetto ad altri comandanti. Panda ha anche rivendicato il rapimento in un messaggio audio in cui presenta al governo 14 richieste in cambio del rilascio degli ostaggi.
Il premier dello stato di Orissa, Naveen Patnaik, ha detto al gruppo maoista di essere pronto ad avviare un dialogo con loro ma nella legalita’. Chiedendo di rilasciare immediatamente gli italiani “per motivi umanitari”, Patnaikl, parlando dopo una riunione di emergenza del governo locale, ha condannato l’azione dei maoisti dicendo che “il ricorso alla tattica dei rapimenti non e’ accettabile in una societa’ civilizzata”. Riguardo alla richiesta dei rapitori di avviare una trattativa con il governo centrale il permier ha detto che “il governo statale e’ pronto a discutere con i maoisti della questione ma questa essere discussa nell’ambito della legalita’”.
Intanto a Condove, comune della bassa Valle di Susa, dove per qualche mese all’anno vive Paolo Bosusco, c’e’ apprensione. A esprimere la preocupazione della comunita’, il sindaco, Pietro Listello, che all’Adnkronos dice: ”Notizie come questa, soprattutto in un paese piccolo come il nostro, suscitano sempre un po’ di apprensione”. ”Ad aumentare la preoccupazione – aggiunge – c’e’ il fatto che in questo momento i rapporti dell’Italia con l’India in non sono molti facili per questo il timore e’ che alla fine una singola persona possa essere coinvolta in qualcosa piu’ grande di lei”. Pietro Listello ricorda Paolo Bosusco come una persona molto apprezzata. ”Trascorre a Condove solo qualche mese all’anno, soprattutto in estate, nella borgata cui vive e’ pero’ molto apprezzato, e’ una persona riservata, ma molto disponibile con tutti”.
L’altro connazionale nelle mani dei maoisti indiani è Claudio Colangelo, romano. “E’ un viaggiatore instancabile che lavora per dare speranza, salute e dignita’ alle persone che vivono nei principali Paesi in via di sviluppo, soprattutto India e America Latina – spiega il Direttore generale dell’Ospedale San Camillo di Roma, Aldo Morrone -. Lui viaggia soprattutto per cercare di dare il proprio contributo in progetti volti al recupero della salute, lavorando al fianco di gruppi locali. Il suo desiderio e’ quello di cercare di scoprire alcune realta’ per poter dare un contributo alla salute, alla dignita’ e all’istruzione all’interno di questi villaggi posti in questi Paesi. Credo che anche in India sia andato con questo scopo”.