Prima c’era Porta a porta, adesso è Twitter la terza Camera

“Sono diventato un fanatico di Twitter. Volevo fare la foto ad Alfano e Bersani, poi Monti ha accettato la provocazione e ci siamo fatti scattare la foto”. Pier Ferdinando Casini ha infranto l’ultimo tabù e spinto la comunicazione politica su Twitter dove ancora non aveva osato. Negli appartamenti del presidente del Consiglio a palazzo Chigi, il leader dell’Udc ha strappato un momento di intimità e, affidato l’I-Pad al vice segretario generale Federico Toniato, è riuscito a immortalare i protagonisti del vertice di maggioranza.
Poi ha postato la foto su Twitter come fanno milioni di utenti in tutto il mondo. “E’ anche un modo scherzoso di far vedere al Paese che c’è una maggioranza”, ha detto Casini che poi, a notte fonda, non contento ha anche trovato il tempi di twittare: “Vertice finito. Ottimo clima, ottimi risultati”. La foto scattata dal leader Udc è un passo in avanti nell’uso ‘politico’ dei social network e testimonia quanto sia alta e diffusa soprattutto la febbre da cinguettio che ormai ha contagiato il palazzo.
Gli episodi, negli ultimi tempi, sono stati diversi. A fare discutere, qualche mese fa, era stato il sindaco di Bari Michele Emiliano che, nel pieno delle trattative tra governo e enti locali per i primi interventi di Monti, buono buono si è messo a twittare i contenuti (fino ad allora segreti) delle proposte del governo che venivano fuori dalle stanze di palazzo Chigi.
Un altro pioniere è stato Angelino Alfano. Il segretario del Pdl non ha mai nascosto la suo passione per Facebook e Twitter e anche lui, in passato, non è riuscito a tenere a freno il suo smart phone sia in occasione dei vertici ‘Abc’ che in altre riunioni a porte chiuse, comunicando gli esiti (a volta anche un semplice “tutto bene”) ‘bruciando’ così i grossi mezzi di informazione e mettendo in ansia la rete tanto da scatenare infuocati dibattiti sui social network.
Anche Pier Luigi Bersani vanta un uso abbastanza attivo di Twitter. L’ultimo esempio l’ha dato appena qualche giorno fa visitando la sede italiana di Google senza il tradizionale seguito di Tv, fotografi, giornalisti. Praticamente un incontro a porte chiuse che il leader del Pd ha documentato con diversi ‘cingiuettii’ e foto postati nel corso della visita.
Più in generale, però, il rapporto tra i politici e i social network è abbastanza freddo, come ha testimoniato una recente ricerca i cui risultato sono stati illustrati proprio alla Camera. Ci sono dei casi di eccellenza, come il ‘servizio’ messo a punto da Andrea Sarubbi e distinto dall’hashtag ‘opencamera’. Il deputato del Pd, e con lui altri di diversi gruppi come Roberto Rao dell’Udc e adesso anche alcuni senatori (opensenato), parlamentari europei (openpe) e consiglieri comunali (opencampidoglio), assicura il live twitting delle sedute della Camera.
A parte questo, però, come ha certificato la ricerca ‘Parlamento 2.0′, i parlamentari italiani sui social network sono svogliati. Nella websfera è infatti presente solo il 55,5% dei parlamentari (58,3% Camera, 49,8% Senato), percentuali inferiori a quelle di Paesi simili al nostro. Per quel che rigurda i singoli partiti, il Pd è il più ‘web oriented’ (41,6% totale parlamentari su Internet). Poi Pdl (31,7%), Lega (7%), Udc (4,6%), Idv (4,4%), Fli (2,8%).
La propensione tecnologica dei democratici è confermata dai dati relativi ai soli gruppi parlamentari: online risulta il 69,7% degli scritti. Segue l’Udc (68,6%), Idv (67,6), Fli (50%), Pdl (46,1%), Lega (43,5%). L’analisi dell’uso che i parlamentari fanno del proprio profilo Facebook rivela però che il 22,5% non ha mai postato sulla propria bacheca, il 28,7 non ha mai ricevuto commenti, il 59,9% non ha mai pubblicato risposte.
Per dare una quadro sintetico del ‘web parlamentare’ su Facebook, sono state create quattro categorie: dormienti (22,2%), quelli che non hanno mai postato. Pigri (53,5%), quelli che hanno pubblicato occasionalmente. Tradizionalisti (11,7%), quelli che pubblicano comunicati stampa e pubblicizzano eventi. Intraprendenti (12,6%), quelli che interagiscono frequentemente. Capitolo a parte merita Twitter: sono 198 i parlamentari iscritti al gennaio 2012. Un incremento di oltre l’85% in un anno. Idv lo usa più di tutti (44,1% degli scritti al gruppo è presente), poi Fli (36,7%), Udc (31,4%) e Pd (22,9%). In media i parlamentari che sono su Twitter hanno 2265 followers, ma scelgono pochi following (323 in media). Non sono molto attivi (11 tweet a settimana), vengono retwittati poco (10 a settimana) e sono poco menzionati (20 citazioni a settimana).