• Home »
  • Senza categoria »
  • Lavoro, Monti a sindacati e Confindustria: Ognuno deve cedere qualcosa. L’accordo lo chiudiamo la prossima settimana

Lavoro, Monti a sindacati e Confindustria: Ognuno deve cedere qualcosa. L’accordo lo chiudiamo la prossima settimana

”Ognuno deve cedere qualcosa rispetto al legittimo interesse di parte” sulla trattativa della riforma del mercato del lavoro. A dirlo è il presidente del Consiglio, Mario Monti, al convegno di Confindustria ‘Cambia Italia’ a Milano.

Il premier, rivolgendosi a Emma Marcegaglia, con la quale oggi ha avuto un incontro informale, e ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, presenti in sala, ha richiamato sindacati e Industriali a riprendere lo spirito di coesione che avevano assunto al momento della formazione del nuovo esecutivo.

Monti ha affermato che la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali si chiuderà la prossima settimana. ”Il ministro Fornero ha pronto un testo incisivo – ha sottolineato – che prevede subito interventi volti a eliminare la segmentazione tra precari e lavoratori a tempo indeterminato e che modifica immediatamente l’articolo 18 per i nuovi assunti”, ha detto. Sulla riforma del lavoro, ha poi aggiunto, ”si gioca il futuro del governo e del Paese”. In giornata il premier è tornato sulla questione sollecitando i sindacati. Nell’intervento al forum Ocse-Groningen ‘Abruzzo verso il 2030: sulle ali dell’Aquila’ ad Assergi, Monti si è detto “sicuro” che le parti sociali “con lo stesso spirito” con il quale L’Aquila ha affrontato le criticità del terremoto mostrando “orgoglio nell’intraprendere un cammino nuovo”,”supereranno le visioni particolari che è legittimo avere”.

Quanto alla crisi Monti ha detto che “siamo stati chiamati ad affrontare una emergenza, non ancora superata ma avviata a superamento, e che comunque può provocare danni, forti ripercussioni, perdita di sovranità e di fiducia in se stessi, conseguenze storiche”.

Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, però, ”siamo belli lontani” dal raggiungere un accordo. “Non è mai stato possibile che si chiudesse martedì”, ha chiarito.

Intervenendo al convegno, il leader della Cgil ha evidenziato: “Se tutte le strade di moderazione di uscita dal lavoro vengono chiuse, credo che si possa capire che fondare tutto sul tema dell’articolo 18 è il segnale che l’unico vero problema è licenziare”. ”Se si vuole fare l’accordo – ha continuato Camusso -, bisogna trovare un punto di mediazione, perché non si può immaginare che ciò che si è detto in premessa rimanga fino alla fine”.

Martedì, ha proseguito, “immagino che inizierà un confronto, che non sarà né semplice né breve”. ”Mi pare che, più si continua a parlare e ad annunciare che cosa succede nella conclusione, più si rischia di allontanarsi”, ha osservato. “C’è molto da dire. Invece si dice: ‘Noi abbiamo fatto tutto, tutto bene. E voi dovete dare la flessibilità in uscita. Così è una discussione che non si fa neanche”.

“Sono tra chi è convinto – ha aggiunto Camusso – che la coesione sociale è una condizione della crescita e che la coesione sociale presuppone, ovviamente, che non si mettano le dita negli occhi ai lavoratori e ai loro diritti”.

Scettico sulla possibilità di raggiungere un’intesa anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, che a chi gli chiedeva la sua opinione in proposito ha risposto: “Non scommetta soldi sull’accordo”. ”Non ci sono allo stato attuale soluzioni condivise” sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ha aggiunto.

Il segretario generale della Uil ha spiegato che ”sugli elementi che riguardano le motivazioni di carattere economico” per i licenziamenti ”siamo disposti a fare un passo in avanti. Ma non siamo per nulla disposti a modificare l’articolo 18 per quanto riguarda gli aspetti disciplinari che attengono a rapporti di potere fra azienda e lavoratori. Non ci sono motivi – ha continuato – per spostare questo rapporto a vantaggio delle imprese”.

Sull’accordo per la riforma del lavoro, e in particolare sull’articolo 18, ”c’è qualche motivo di arresto a causa di un gioco di opposti estremismi” dalle parti coinvolte nella trattativa, ha spiegato Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl.

”La proposta che abbiamo fatto di distinguere i licenziamenti di natura economica da quelli discriminatori è messa in discussione dagli opposti estremismi. Sono molto preoccupato – ha detto il segretario generale della Cisl – e chiedo a tutte le parti di riconvergere sul buon senso e su una soluzione che vada bene a tutti”.

Da parte sua il presidente di Viale dell’Astronomia Emma Marcegaglia ha assicurato: “Se la riforma del lavoro sarà un compromesso al ribasso, non avrà la firma di Confindustria”. “Confindustria – ha spiegato – è pronta a firmare se sarà vera e profonda, tale da cambiare assetto al Paese, che non penalizzi la buona flessibilità in entrata e non penalizzi i costi delle imprese”. Per Marcegaglia si deve “combattere la cattiva flessibilità diminuendo le rigidità del mercato del lavoro”.

Questa mattina, incontrando la stampa con Monti, anche il presidente della Commissione Europea José Manuel Durao Barroso è intervenuto sulla riforma del lavoro. “L’Italia ha avviato una notevole riforma del mercato del lavoro volta a restituire prosperità e crescita al Paese – ha dichiarato -. E’ una riforma fondamentale. Speriamo di vederne presto i contenuti”.