Ovidio, un Pasolini alla corte di Augusto

Oggi 20 Marzo del 43 a.C. è nato Publio Ovidio Nasone. Faustissimi auspici
hanno salutato la sua nascita, tanto che un augure dice che diventerà il più
noto tra i poeti elegiaci. Il giovane Ovidio studierà a Roma presso le più
importanti scuole di grammatica e retorica e ben presto verrà accolto nel
cenacolo di Mecenate, amico dell'imperatore Augusto, venendo in contatto con i
più celebri poeti dell'epoca come Tibullo, Orazio, Properzio e Virgilio. Nelle
sue opere Ovidio proporrà un'etica sessuale molto libera, incarnando in pieno
lo spirito della "pax augusta", e diventando in breve tempo il poeta più
conteso dai salotti della mondanità e della nobiltà romana. Caduto in disgrazia
presso l'imperatore, per cause che resteranno sconosciute, Ovidio verrà
esiliato a Tomi, sul Mar Nero. Scriverà gli "Amores" che raccontano la sua
storia d'amore per Corinna, l"Ars Amatoria", che verrà considerato il
capolavoro della poesia erotica latina, le "Metamorfosi", i "Fasti" in cui
racconterà le festività del calendario romano introdotto da Cesare, i
"Tristia", scritti durante l'esilio. Morirà a Tomi senza poter mai rivedere
Roma.