Riforma del Lavoro, Monti avverte: Non sono ammesse incursioni, il testo non si tocca

Riforma del Lavoro, Monti avverte: Non sono ammesse incursioni, il testo non si tocca

Il testo della riforma del lavoro, approvato dal governo con il ‘salvo intese’ ”non è suscettibile di incursioni”. E’ l’altolà che arriva dal presidente del consiglio Mario Monti, nel suo intervento al Forum di Confcommercio a Cernobbio. ”Nessuno si illuda – ammonisce – che forze importanti, che sono state consultate, ma esterne al governo, possano intervenire per modificare i contenuti della riforma”. Ora è in corso ”un processo di affinamento di un testo complesso ma non aperto ad altri contributi esterni. Il parlamento può decidere di farlo cadere, approvarlo o di modificarlo, come è probabile”.

A giudizio mio e del mio governo le parti sociali non provviste di un cedolino che dice ‘diritto di veto’ sono importanti. Sono corpi intermedi che svolgono una funzione essenziale, ma al loro posto”, chiarisce il presidente del Consiglio. Quanto alla Cgil ”non ha revocato lo sciopero, non mi aspetto che ci sia una revoca e mi dispiace”. Ma ”fa parte della fisiologia normale dei rapporti sociali della vita di un Paese democratico”. Monti si dice quindi “molto grato al ministro Fornero per aver guidato questa operazione”.

Quanto alla crisi, avverte: ”Teniamo basse le aspettative. Il Paese non è in una situazione brillante in cui si possano fare o ascoltare credibilmente delle promesse”. ”Se ci si chiede se è stata fatta una parte del cammino per superare l’emergenza – ha continuato Monti – bisogna rispondere no, non si risolvono in 4 o 5 mesi le emergenze”.

“Abbiamo dovuto aumentare le tasse”, spiega, ma ”non potevamo fare diversamente”. Il premier punta poi il dito contro la ”colpevole tardività” con cui il Paese ha preso coscienza, “sul piano dell’analisi e della sua trasformazione in azione” dei propri ritardi, cosa che “ha determinato il fatto che è ancora più difficile rimettere l’Italia” sulla strada giusta.

“Abbiamo operato sulla crescita, senza dirlo, nel lavorare in modo pesante ai fini della riduzione dei tassi di interesse”. E “così facendo, rispetto ai livelli folli di novembre, facciamo risparmiare allo Stato molto in termini di tassi di interesse e un po’ anche alle imprese. Da lì vengono spazi per la crescita”.

Ma, afferma Monti, “non prometto a nessuno crescita nel 2012, ma sono sicuro che avremo meno recessione o più leggera crescita di quanto sarebbe avvenuto senza i duri provvedimenti che nei vari campi dobbiamo avere preso”. “Invito fin d’ora i politici che verranno – dice infatti – ad avere pazienza, perché andranno sostenute perché saranno operazioni lunghe”.

Il premier ha poi rivolto un ringraziamento a Pd, Pdl e Terzo Polo. “Devo dare atto del grandissimo senso di responsabilità con cui le tre forze politiche che ci appoggiano stanno sostenendo questo governo, consapevole ciascuno del fatto che sta sacrificando alcuni interessi di alcune importanti categorie o anche della propria visione del mondo”.

Tornando poi a parlare della composizione dell’esecutivo il presidente del Consiglio confida che “nell’ancora più ampia convergenza politica che io avrei auspicato” Roberto Maroni sarebbe potuto diventare “ministro dell’Interno di questo governo se solo il Capo dello Stato fosse stato d’accordo”.

Tuttavia, ”non condivido quasi niente del Maroni storico e del Maroni astorico” perché mentre altri esponenti di governo hanno avuto dei ripensamenti su ciò che non ha funzionato, da parte sua non c’è stato nulla di tutto questo.