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Costi della politica, la commissione si arrende: missione impossibile. Giovannini si dimette

Il presidente della Commissione sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici, Enrico Giovannini, ha rimesso il proprio mandato al governo.
Alla base della decisione l’impossibilità di raggiungere i risultati previsti. In particolare, hanno pesato i vincoli di legge e la difficoltà a reperire i dati necessari.
La pubblicazione dei dati sugli stipendi dei parlamentari, all’inizio di gennaio, aveva sollevato polemiche. Ora la Commissione avrebbe dovuto produrre quelli sui dirigenti della pubblica amministrazione.
”Il 30 marzo 2012 – si legge in una nota di palazzo Chigi – la Commissione governativa presieduta da Enrico Giovannini ha trasmesso al governo il rapporto finale per l’anno 2011, rimettendo il mandato affidatole dal Parlamento nel luglio 2011. Alla commissione Giovannini erano state affidate due funzioni: realizzare un’attenta ricognizione dei trattamenti economici percepiti annualmente dai titolari di cariche e incarichi pubblici nei sei principali Stati dell’Area Euro; e, sulla base dei risultati ottenuti, calcolarne la media ponderata rispetto al Pil”.
”Il rapporto, che segue e completa il primo rapporto, pubblicato a dicembre 2011, ha tuttavia posto in evidenza le criticità che, secondo la Commissione, hanno impedito di portare a compimento la ricognizione determinando la sua decisione di rimettere il mandato ricevuto”, si legge.
”Il governo – continua la nota – prende atto del lavoro svolto dalla Commissione e proseguirà la propria azione nell’obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche, tenendo conto dell’indisponibilità dei dati di riferimento negli altri paesi europei”.
”Il governo è consapevole della necessità di completare nel più breve tempo possibile il percorso avviato nel luglio 2011 e proseguito con l’attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia per il contenimento delle retribuzioni dell’alta dirigenza nei limiti del tetto previsto”, sottolinea la nota.