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Scandalo dei fondi ai partiti, si accelera per trovare una soluzione. In arrivo le prime norme

Tappe forzate per trovare una soluzione agli scandali dei fondi per i partiti. Tutte le principali forze in campo convergono per una riforma legislativa che dia garanzie di trasparenza, per arginare il problema -prima esploso con il caso Lusi, nella ex Margherita e poi con quello di Belsito, in casa Lega- che ha messo in crisi il sistema partitico. Nel corso della giornata, c’è stato uno scambio di telefonate fra il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, e il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. I tre leader, si legge in una nota, hanno dato incarico ai loro rappresentanti di predisporre, entro mercoledi’ prossimo, alcune prime norme urgenti per il controllo e la trasparenza del finanziamento ai partiti. Nella giornata di giovedì, le norme potranno essere presentate alle altre forze parlamentari per una comune valutazione. Negli stessi giorni, si verificherà il percorso di approvazione più efficace e rapido.

Pronto a collaborare anche Antonio Di Pietro: “L’Italia dei Valori, che sta già avviando la raccolta delle firme per i referendum e la legge d’iniziativa popolare per l’abrogazione dei rimborsi elettorali, è pronta a dare il proprio contributo e appoggio ad ogni iniziativa che vada sostanzialmente nella stessa direzione”. “Non c’è tempo da perdere -afferma il leader dell’Italia dei Valori- per questo siamo disponibili anche ad una soluzione immediata che porti ad una buona legge come riproposto, oggi, da alcune forze politiche”

 

“Hanno fatto in una notte una legge sui cosiddetti rimborsi elettorali. In una notte possono azzerare quello che hanno fatto”, dice intanto EmmaBonino a Radio Radicale. Occorre, aggiunge la vicepresidente del Senato, “avviare una riflessione su come si fa la buona politica, anche perché non ci si può mica limitare al finanziamento pubblico: la vicenda Lega ci parla di come si nominano i consiglieri di amministrazione, in municipalizzate e grandi aziende di Stato”. “E’ arrivato il momento di aprire i cassetti, insomma. La tentazione invece sarà di ridurre i danni, correggere con qualche riformetta, magari all’interno della stessa riformetta elettorale, invocando magari un decreto, grido che risulta ancora più patetico -osserva Bonino-. Per questo noi diciamo amnistia per la Repubblica, perché probabilmente è questa la più adeguata da dare”.