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La Bce avverte: il peggio non è ancora passato, disoccupazione e crescita rimangono negativi. E lo spread torna ad allarmare

Le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro continunano a deteriorarsi“. E’ il giudizio della Banca centrale europea nel bollettino di aprile in cui si segnala come “la crescita dell’occupazione è rimasta negativa mentre è proseguito l’aumento del tasso di disoccupazione”. L’Eurotower ricorda come nel quarto trimestre del 2011 l‘occupazione è scesa dello 0,2% sul periodo precedente: in calo anche le ore lavorate, -0,4%. E per il primo trimestre 2012, continua la Bce, “gli indicatori delle indagini segnalano una probabile ulteriore contrazione dell’ooccupazione”. Al top anche il tasso di disoccupazione dell’Eurozona che a febbraio 2012, ricorda la Bce, si è collocato al 10,8%, un livello superiore di 0,6 punti percentuali rispetto al massimo raggiunto nel maggio 2010″.
La Bce “continua ad attendersi una graduale ripresa” dell’economia dell’Eurozona per il 2012 grazie a “domanda estera, tassi di interesse a breve termine molto contenuti e “a tutte le misure adottate”. Ma segnala comunque che “le prospettive economiche sono prevalentemente soggette a rischi al ribasso, che riguardano in particolare il rinnovato intensificarsi delle tensioni nei mercati del debito dell’area dell’euro e la loro potenziale propagazione all’economia reale e sono altresì connessi a ulteriori rincari delle materie prime”.
Quanto ai “differenziali per la Spagna e l’Italia sono aumentati” nelle ultime settimane “sullo sfondo di una riconsiderazione delle prospettive per la crescita nell’area dell’euro”. Una crescita di differenziale che rigiuarda “anche i Paesi Bassi, seppur in misura meno marcata” a causa di “una normalizzazione dei premi di liquidità che avevano interessato gli emittenti con rating AAA al culmine delle turbolenze nell’area dell’euro verso la fine del 2011″. L’Eurotower sottolinea comunque come “la domanda di attività ”rifugio” è rimasta sostenuta nel periodo, a indicazione del fatto che nel complesso la fiducia dei mercati obbligazionari non ha recuperato completamente”.
“E’ probabile che l’inflazione si collochi al di sopra del 2% nel 2012, soprattutto per effetto dei recenti rincari dell’energia nonché degli incrementi delle imposte indirette annunciati ultimamente”. Sottolineando tuttavia come “sulla base dei prezzi correnti dei contratti future per le materie prime, l’inflazione dovrebbe rientrare al di sotto del 2 per cento agli inizi del 2013″. L’Eurotower – che conferma “particolare attenzione a qualsiasi segnale di trasmissione dei rincari dell’energia alla formazione dei prezzi” – parla comunque di “aspettative di inflazione saldamente ancorate nel lungo periodo” e di “pressioni di fondo sui prezzi” che “dovrebbero restare limitate”.