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Egitto, record di affluenza alle urne per eleggere il nuovo presidente. Ucciso un poliziotto al Cairo

Affluenza record, in Egitto, per le prime elezioni presidenziali del post Hosni Mubarak, rovesciato lo scorso anno dopo 18 giorni di rivoluzione popolare. Nonostante le urne, aperte dalle 8 di questa mattina tra pesanti misure di sicurezze e un ingente schieramento di agenti di polizia e dell’esercito (circa 300mila in tutto), un poliziotto egiziano è stato ucciso mentre si trovava davanti a un seggio elettorale di Roud al-Faraj, sobborgo del Cairo. L’agente è stato ucciso a colpi di pistola da uno sconosciuto che è poi fuggito.
Sono circa 50 milioni gli elettori chiamati a votare per uno dei 13 candidati in lista. Il maggior numero di votanti si è registrato nella capitale, il Cairo, e nella città di Giza, dove ai seggi si sono create lunghe file di elettori causando problemi al traffico. ”L’affluenza è enorme e maggiore di quanto ci si aspettasse”, ha detto Hatem Begatu, segretario generale della commissione elettorale. Tutti i seggi, tranne tre, hanno aperto alle 8 come previsto, ha aggiunto. Le operazioni di voto, monitorate da osservatori di organizzazioni non governative locali e straniere (sono stati dispiegati sul territorio nazionale 14.500 giudici e 65mila impiegati pubblici), stanno per ora procedendo senza intoppi e senza irregolarità. Sono oltre 13mila i seggi allestiti nelle 27 province del Paese. Anche l’ex presidente Usa Jimmy Carter è in Egitto per monitorare le elezioni con il suo Carter Center.
La settimana di voto concessa agli egiziani all’estero è invece terminata il 17 maggio, ma i risultati devono ancora essere comunicati. Gli analisti ritengono che nessuno dei 13 candidati sarà in grado di aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei voti tra oggi e domani e per questo si prevede il ricorso al ballottaggio a metà giugno. Per vincere, un candidato ha bisogno di ottenere oltre il 50% dei voti. I risultati delle elezioni saranno annunciati il 21 giugno. Il 30 giugno, invece, è previsto il passaggio di poteri del Consiglio supremo delle Forze Armate a un’autorita’ civile eletta.
Ahmed Shafiq, ultimo premier dell’era di Hosni Mubarak e candidato ora alle presidenziali, ha rivolto un messaggio ai giovani che hanno condotto la rivolta contro il deposto regime, promettendo di aiutarli se verrà eletto. ”Prometto di aiutarli a riconquistare la rivoluzione da coloro che gliela hanno rubata”, ha detto Shafiq, ex comandante dell’Aviazione, nel corso di una conferenza stampa al Cairo. ”Non ho lavorato per un determinato regime, ho lavorato per l’Egitto”, ha quindi affermato negando la lealta’ a Mubarak.