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Trattative Stato-mafia, sotto inchiesta l’ex ministro Mancino. Lui si difende: Non ho mai testimoniato il falso

L’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo per falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia dopo le stragi del ’92.
Secondo notizie riportate da alcuni quotidiani mancino sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dopo la sua deposizione al processo del generale Mario Mori. Proprio quel giorno, all’uscita dall’aula il pm Antonino Di Matteo aveva detto che “qualche uomo delle istituzioni mente”.
”Non mi sorprende la notizia della mia iscrizione nel registro degli indagati – afferma Mancino -. Il teorema che lo Stato, e non pezzi o uomini dello Stato, abbia trattato con la mafia è vecchio di almeno venti anni ma non c’è ancora straccio di prova che possa confortarlo di solidi argomenti”, afferma l’ex ministro dell’Interno.
”Per quanto mi riguarda – prosegue Mancino – sono stato ministro dell’Interno e ho difeso lo Stato dagli attacchi della mafia, che ho combattuto con fermezza e determinazione. Secondo notizie riportate da alcuni quotidiani, sarei stato iscritto nel registro degli indagati per falsa testimonianza. Proverò la mia lealtà nei confronti delle istituzioni e della stessa magistratura, come dimostrerò la mia estraneità a qualsiasi altra ipotesi penalmente rilevante, e smentirò la fantasiosa e burocratica ricostruzione secondo cui, al fine di evitare le stragi, sarebbe stato opportuno cambiare ministro”. ”Dimenticando -conclude Mancino- che chi aveva assunto la responsabilità di titolare dell’Interno era ed è quel parlamentare, il senatore Mancino, che da capogruppo della Dc a Palazzo Madama presentò come primo firmatario un disegno di legge, poi divenuto legge, che avrebbe salvato, come salvò, da imminente prescrizione il maxiprocesso di Palermo”.