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Monti, appello al Parlamento: Negoziato con Ue difficile serve un sostegno senza riserve

Monti, appello al Parlamento: Negoziato con Ue difficile serve un sostegno senza riserve

“E’ importante che l’Italia arrivi al negoziato europeo, difficilissimo, con la forza di un tandem governo-Parlamento e un sistema Paese in un motore unico che spinge le politiche europee a muovere nella direzione auspicabile”. E’ l’appello del premier Mario Monti, nel suo intervento alla Camera, in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno.
Un “complicatissimo passaggio”, ribadisce il premier, ma “mi fa piacere andare a questa sfida con un impegno comune di governo, Parlamento, Paese”. In ogni caso ha assicurato di ”essere pronto” ad una trattativa ad oltranza, restando ”anche oltre il limite previsto della riunione e a lavorare fino a domenica sera”.
Il tandem governo-Parlamento è stato il piatto forte dei colloqui che il presidente del Consiglio ha messo in agenda con la maggioranza proprio per preparare al meglio il vertice Ue. Dopo aver parlato ieri con Pier Ferdinando Casini, Monti ha visto a pranzo i vertici del Pdl: Silvio Berlusconi e Angelino Alfano accompagnati da Gianni Letta. In serata poi l’incontro con il leader del Pd Pier Luigi Bersani.
Il tutto mentre alla Camera ha preso il via la discussione sulle mozioni di sostegno al governo in vista dell’appuntamento di Bruxelles. Come era previsto alla vigilia, le forze di maggioranza sono intervenute in aula illustrando ognuno la propria posizione. Dal Pd e dall’Udc e’ stato ribadito l’esplicito invito a convergere su un solo documento, cosi’ come preferirebbe lo stesso Monti.
In aula Monti ha precisato ancora la sua proposta di utilizzare Efsf e Esm, i “firewalls”, “per evitare divaricazioni eccessive degli spread” chiarendo che riguarderebbe “gli Stati che sono in regola con la disciplina di bilancio”. Per il presidente del Consiglio “il presidente della Bundesbank ha male capito questa proposta, gliela spieghero’, sono sorpreso di questa incomprensione”.
“Non è una proposta retrograda”, ma “si tratta di porre un limite alla differenza tra tassi di interesse. Non e’ in gioco il controllo della Banca centrale ne’ il fatto di allentare la pressione per il risanamento della finanza pubblica, tanto e’ vero che lo chiede un Paese che lo ha gia’ fatto e non intende chiedere aiuti”.
Anche la riforma del mercato del lavoro ha una sua valenza nell’ottica del vertice di Bruxelles: “Nell’auspicio che ci sia l’approvazione definitiva della riforma del mercato del lavoro, domani scrivero’ una lettera al presidente del Consiglio europeo e al presidente della Commissione per informarli dei progressi compiuti fino a quel momento dall’Italia sul terreno delle varie riforme che all’Italia venivano richieste”, ha detto Monti.
Unico momento di ‘frizione’, una replica a Silvio Berlusconi: “Il presidente Berlusconi, dopo l’incontro con lui e Alfano, ha parlato giustamente di assoluta indeterminatezza sugli esiti del vertice. Li vedremo presto. C’è uno spazio negoziale molto aperto. Non sarà una riunione in cui si andrà ad apporre un visto formale su documento gia’ preparati”.
Subito dopo aver visto il premier, infatti, Berlusconi ha parlato all’assemblea del gruppo del Pdl, sottolineando di aver ricavato dall’incontro con iMonti una sensazione di indeterminatezza sulle proposte che l’Italia farà al Consiglio europeo.
Opposta la posizione di Bersani. ”Ci sono degli ostacoli ma la posizione di Monti è ferma e intelligente”, ha detto il segretario democratico al termine dell’incontro a palzzo Chigi, confermando il sostegno a Monti anche se il vertice Ue dovesse essere deludente. “Siamo una squadra che cerca di portare a casa il risultato”. Bersani ha poi lanciato un appello al Pdl affinché dica sì alla mozione unitaria a sostegno del Governo in vista del vertice Ue. “Non vedo la ragione di dire no alla mozione unitaria. Ci sono in gioco interessi nazionali. Mi auguro che ci sia un ripensamento”.
Preoccupato per la tenuta dell’esecutivo alla luce delle frecciate del Pdl a Monti, il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini. “Temo le elezioni anticipate, anche se sarebbe una cosa folle. Sarebbero il segno preoccupante anche in Europa di un’Italia che smarrisce la sua strada”.