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Giustizia: Taglio di 37 Tribunali. Severino entusiasta: Riforma epocale

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che comporta quindi il taglio di una serie di uffici giudiziari. Chiudono 37 tribunali e 38 procure. Inoltre, il decreto approvato dal Cdm sopprime tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale. I risparmi, previsti con questi tagli, sono pari a circa 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014.
Una riforma “epocale”, ritiene Paola Severino, parlando delle novità sul riordino degli uffici giudiziari illustrate a Palazzo Chigi. “Cambia la geografia giudiziaria del Paese, ferma all’epoca dell’unità d’Italia, epoca in cui si girava con le carrozze e non con l’auto e i treni ad alta velocità”, ha aggiunto il ministro della Giustizia .
“Sono sicura che ci sarà la comprensione dei cittadini anche in questo caso”, ha spiegato Severino sottolineando che questa riforma “coniuga efficienza e risparmio”. Il Guardasigilli ha parlato di “un risparmio che ha salvato il sistema giustizia, che non può essere intaccato. Un provvedimento di soli risparmi avrebbe negato giustizia ai cittadini. Questo provvedimento vuole dare più giustizia ai cittadini”. E non si è “inciso sulle spese della giustizia, del personale, ma sui servizi accessori non fondamentali per il funzionamento della giustizia”.
“Abbiamo operato con criteri oggettivi”, ha insistito Severino evidenziando ancora una volta che “era un provvedimento atteso da decenni, ma tagliare i rami secchi è facile da dire e meno da realizzare, a causa dei localismi e di esigenze diverse da quelle della giustizia”.
Inoltre, Severino ha fatto osservare che il decreto “non è una resa alla criminalità, ma il miglior modo per combatterla e chi dicesse il contrario non sarebbe disinteressato”. Tant’è che si è tenuto conto del “parametro legato alla criminalità organizzata” anche nei casi in cui il limite della popolazione era tale in astratto da poter procedere alla soppressione. E’ il caso del Tribunale di Marsala, “ritenuto importante perché vi si stanno celebrando processi importanti alla criminalità mafiosa”.
Il Guardasigilli si è detta poi “molto stupita” dalle reazioni negative prima sapere “quali e quanti tribunali e sezioni distaccate sarebbero state chiuse”. Spiace, ha precisato, “che una categoria che dovrebbe essere profondamente interessata all’efficienza della giustizia abbia preso una posizione in maniera pregiudiziale, perché ancora non c’era un provvedimento. Sono confidente che si tratti di una fascia limitata di professionisti, conosco gli avvocati e so quanti di loro tendano a contribuire alla giustizia”.
In conclusione un avvertimento. Pur restando “aperta a tutti i contributi costruttivi, ma non ai localismi e ai contributi non motivati”, Severino ha detto: “Non si pensi che si sia aperto un mercatino dei tribunali. La discussione in Parlamento garantirà la massima trasparenza”.
Nel dettaglio il decreto sul tema giustizia, che ha ottenuto oggi il via libera da parte del Consiglio dei Ministri, prevede la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali e di 38 procure (per il Tribunale di Napoli Nord non è previsto l’ufficio di procura, la cui competenza è attribuita alla Procura di Napoli Sud), oltre che la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale,
Il provvedimento attua la delega al governo attribuita dalla legge per la stabilizzazione finanziaria 148 del 2011. Prevista ”la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, la cui pianta organica non subirà alcun ridimensionamento”, precisa il comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio al termine della riunione dell’esecutivo.
A questa riorganizzazione ”si aggiunge quella degli uffici dei giudici di pace che ha già portato all’individuazione di 674 sedi che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti. Alcuni criteri – non derogabili – di delega seguiti dal Governo hanno inciso pesantemente sulla possibilità di sopprimere e accorpare uffici di dimensioni inferiori agli standard individuati, come ad esempio -spiega la nota- l’obbligo di permanenza del tribunale ordinario nei circondari capoluogo di provincia”.
Il secondo limite ”è stato rappresentato dalla cosiddetta ‘regola del tre’ (non meno di tre tribunali e procure per ciascun distretto di Corte di Appello), che ha impedito la soppressione di uffici palesemente al di sotto degli standard fissati. Proprio la concomitanza di queste due regole ha ristretto notevolmente l’ambito di intervento sul totale dei 165 tribunali”.
”Oltre al recupero dell’efficienza”, la riduzione degli uffici giudiziari comporterà ”anche risparmi di spesa, pari a circa 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014. I costi per questa operazione di razionalizzazione -viene rilevato- saranno di entità di gran lunga inferiore rispetto ai vantaggi e ai risparmi che si otterranno a regime e che connoteranno il sistema giudiziario per i prossimi decenni”.
Per quanto riguarda l’edilizia giudiziaria, ”nei soli casi in cui la sede accorpante non sarà in grado di ospitare gli uffici ivi trasferiti, lo schema di decreto legislativo prevede che possano essere utilizzati, per un periodo fino a cinque anni, gli immobili adibiti a servizio dei tribunali e delle sezioni distaccate soppressi”
Durante il Consiglio dei ministri sono stati anche nominati due sottosegretari alla Giustizia: Antonino Gullo e Sabato Malinconico.